Ecco cosa si può fare con il nero di seppia; un ingredienti molto richiesto, ma che non tutti sanno come usarlo al meglio.
Il nero di seppia è il liquido nero contenuto in apposite sacche dei cefalopodi, seppie, calamari, polpi e totani. Quello più famoso è quello delle seppie ed il colore nero è dato da un componente la melanina, la stessa sostanze che ci permette di abbronzarci se ci esponiamo al sole.
Usato fin dall’antichità da pittori e scrittori, il nero di seppia ha sempre trovato un suo utilizzo, ma per chi non lo sapesse è ottimo anche da mangiare. Vediamo come utilizzarlo in cucina, come estrarlo e come conservarlo per poter arricchire le nostre pietanze.
Nei Paesi mediterranei, in Italia soprattutto, il nero di seppia è un ingrediente molto ricercato ed apprezzato in gastronomia.
Nei tempi moderni non lo si usa più come inchiostro, ma per aromatizzare ed insaporire le pietanze o solo per colorarle.
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Perfetto nella preparazione della pasta fatta in casa, nei risotti o da aggiungere ai sughi di mare, ma anche per preparare la polenta. Estrarlo dalle seppie non è un’operazione molto facile perchè bisogna fare attenzione a non rompere la sacca, il liquido nero macchia molto. Meglio chiedere al nostro pescivendolo di fiducia comprarlo nella grande distribuzione.
Una volta acquistato meglio usarlo subito e non conservarlo, ne basta una piccola quantità in quanto è molto denso come colore. Se lo acquistiamo fresco possiamo anche deciderlo di congelarlo. Abbiamo due opportunità; la prima è quello di versa il liquido in un contenitore a chiusura ermetica e poi mettere il tutto in freezer. La seconda è quella di mettere tutta la sacca ancora ben chiusa in un sacchetto e poi in frigorifero, ma solo per un paio di giorni.
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Da un punto di vista nutrizionale si è visto che ha numerose proprietà; eccone qualcuna:
Inoltre alcuni studiosi affermano che sia ottimo contro la nausea, la stanchezza, dolori muscolari e mestruali ed è anche utile per digerire.
Il nero di seppia non è l’unico inchiostro edibile. Sono molto utilizzati in cucina, anche se poco conosciuti, il nero di calamaro, di totano o di polpo. La differenza è solo nel colore, ma si tratta di sfumature a volte impercettibili.
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