Maturità 2022, cambia tutto: come prendere il massimo dei voti anche con un’insufficienza

Sabrina

Famiglia

Per la Maturità 2022 cambia tutto e in questo articolo vi spieghiamo come prendere il massimo dei voti anche se si hanno delle insufficienze.

Con le nuove regole previste per la Maturità 2022 sarà possibile prendere il massimo dei voti anche se si prende un’insufficienza nella seconda prova scritta. Proprio questo punto, tra l’altro, in questi giorni è stato oggetto di polemiche da parte di chi si è mostrato completamente contrario a questa possibilità.

Maturità 2022, cambia tutto: come prendere il massimo dei voti anche con un'insufficienza

Scopriamo insieme come è possibile ottenere 100 anche se non è andata la prova scritta e quali sono le regole introdotte dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Maturità 2022: ecco come prendere 100 anche se hai un’insufficienza

Maturità 2022

Patrizio Bianchi ha rilasciato delle dichiarazioni volte a chiarire le nuove regole su cui si baserà la Maturità 2022. In particolare, in capo alla Commissione d’esame sarà prevista la possibilità di attribuire 5 punti allo studente che dovesse risultare meritevole anche se durante al seconda prova scritta non è riuscito ad raggiungere la sufficienza. Bianchi ha tenuto a sottolineare la necessità di “uscire dalla logica del bilancino”. Il Ministro dell’Istruzione ha spiegato poi che: “…La Maturità non è questione di un punto di qui, un punto di là: è un esame che serve a valutare come lo studente affronta questo passaggio della vita”.

In poche parole assistiamo ad un cambiamento nelle modalità di attribuzione del punteggio finale che, comunque, resterà in centesimi. Nello specifico, i punteggi saranno così ripartiti:

  • prova di italiano, 15 punti;
  • seconda prova scritta, 10 punti;
  • colloquio orale, 25 punti.

A questi avranno andranno aggiunti i 5 punti che eventualmente la Commissione d’esame deciderà di assegnare agli studenti. Proprio quest’ultimo aspetto ha generato non poche polemiche a cui il professor Bianchi ha risposto ammettendo che: “Il problema c’è, ma non potevamo non tenere conto dello sforzo fatto dai ragazzi in una situazione di emergenza“. In particolare, ha spiegato che ragionando con pedagogisti e psicologi, tutti hanno sottolineato il forte ” ingozzamento disciplinare” messo messo in atto durante la pandemia.

 

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