In vista del primo giorno di aprile cambieranno numerose cose in Italia data la cessazione dello Stato di Emergenza per la pandemia da Covid-19. A cambiare in tal senso sarà anche la quarantena in caso di contatto stretto con un positivo.
Gli ultimi due anni ci hanno messo a confronto con numerosi provvedimenti messi in atto per il mantenimento dei contagi da Covid-19, uno dei quali è stato appunto segnato dalla quarantena. Nel tempo, infatti, gli italiani hanno dovuto imparare a gestire nel migliore dei modi eventuali casi di isolamento e anche la segnalazione nell’eventualità di contatto con soggetto positivo.
Durante questo biennio, dunque, a cambiare non sono state solo le norme dettate in materia di Green Pass, conferimento dei colori alle regioni e/o la gestione di un eventuale quarantena nel caso di positività o di contatto stretto.
Durante e prime settimane dello Stato di Emergenza dettato dalla pandemia da Covid-19, quando la possibilità di avere dei vaccini era ancora lontana, non conoscendo in concreto il nemico da combattere, la quarantena prevista era quella di isolamento per ben 14 giorni, da comunicare in un primo momento anche all’Inps e inserire nei casi di malattia da lavoro. Le due settimane di isolamento, quindi, venivano accompagnate da un tampone iniziale e finale che ne decretavano l’inizio e la fine, lasso di tempo minimo durante il quale il soggetto poteva sviluppare eventuali sintomi o negativizzarsi nel caso di positività asintomatica. Il lasso di tempo in questione, inoltre, era anche di riferimento anche per coloro che avessero sviluppato dei sintomi da Sars – Covid-19, seguendo il protocollo di cure domiciliari.
Questo regime di quarantene è sceso in modo considerevole con l’avvento dei vaccini e anche l’arrivo delle varianti del virus Covid-19, che hanno permesso di cambiare la natura del contatto e della malattia, pur rimando pericolosa per l’uomo.
Un esempio per capire quanto detto, non a caso, è la riduzione a 5 giorni di quarantena per i soggetti che sono entrati in contatto con un positivo, sia che si tratti di una persona vaccinata che no. Quarantena preventiva da effettuare in isolamento e accompagnata da esito del tampone all’inizio e alla fine del tempo previsto, in questo caso i soggetti con terza dose posso evitare la quarantena ma indossando per 10 giorni la mascherina ffp2, qualora non presentino sintomi, e procedere con la vita quotidiana e la presenza a lavoro.
Questa è una delle domande che le persone si pongono in questi ultimi giorni, in vista appunto della cessazione dello Stato di Emergenza pandemico.
La risposta a questa domanda, attualmente, punta l’attenzione sulle stesse norme di riferimento che sono state attuate da dicembre 2021 in poi, insieme quindi alla possibilità di procedere con uno stile di vita sereno ma con indosso la mascherina ffp2 per i soggetti con dose booster del vaccino (terza dose ndr) per i successivi 10 giorni di contatto con un positivo e in assenza di sintomi preoccupanti, in tal caso è meglio procedere con i fatidici 5 giorni di quarantena accompagnata da tampone all’inizio e alla fine prima di tornare alla normalità.
I canonici cinque giorni di quarantena restano in atto sia per i soggetti vaccinati con seconda dose che non vaccinati, con le misure annunciate in precedenza, mentre in caso di positività al virus, il lasso di tempo minimo di isolamento per la profilassi della cura è quello di 10 giorni e, una volta conclusi l’esito negativo del tampone permette di interrompere la quarantena.
In campo scolastico, invece, la quarantena generale della classe con didattica a distanza scatta nel caso di 4 soggetti postivi, in caso contrario la dad sarà conferita solo allo studente positivo in isolamento.
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