Sono stati due anni davvero molto intensi a seguito della pandemia da Covid-19, ma a destare nuove preoccupazioni troviamo la malattia cardiaca scoperta con il Long Covid che ha aperto lo scenario anche ad una nuova malattia cardiaca. Ecco di cosa si tratta.
Gli ultimi due anni sono stati davvero molto difficile per le persone in tutto il mondo, costretti a fare i conti con un virus che in pochissimo tempo ha scatenato una pandemia dalla quale, almeno per il momento, sembra essere davvero difficile da gettarsi alle spalle.
L’avvio del Covid-19 ha anche reso necessarie anche una lunga serie di ricerche scientifiche ne hanno favorito la realizzazione di vaccino per combattere la malattia, oltre che la scoperta delle varie conseguenze lasciate sul corpo e la delicata fase del Long Covid.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel corso degli ultimi mesi sono state numerose le scoperte messe a segno anche nel capo del Long Covid, che si presenta poco dopo la negativizzazione dal contagio del virus, sintomi che devono esser tenuti sotto stretto controllo soprattutto nei bambini e adolescenti.
In queste ultime ore, però, a destare preoccupazione è la nuova infezione cardiaca scoperta dall’America College of Cardiology che ha esaminato un ampio numero di pazienti affetti da Long Covid, i quali avevano manifestato i sintomi di quella che è stata classificata come Sequel Post Acute. A rompere il silenzio in tal senso è stato anche Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto Sic e Ordinario di Cardiologia all’Università Federico II di Napoli: “Dobbiamo saperne di più da ulteriori studi di follow up, ma l’importante è non trascurare segni e sintomi cardiovascolari che compaiano e/o perdurino dopo 4 o più settimane dalla guarigione da Covid-19: il virus ha effetti negativi su cuore e vasi ed è essenziale individuare subito un’eventuale ‘sofferenza’ cardiovascolare per poter intervenire al meglio”.
Nel momento in cui viene diagnosticata l’infestione cardiovascolare derivante dal Long Covid è importante affidarsi ad un esperto, oltre anche al proprio medico curante e fare in modo di mettere in atto le cure necessarie per guarire del tutto.
A intervenire sull’argomento è stato anche Ciro Indolfi, presidente Sic e Ordinario di Cardiologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro: “Il Long Covid a livello cardiovascolare viene ormai identificato come Pasc (Sequele Post-Acute da Sars-Cov-2): sono così numerosi i casi di pazienti con un interessamento cardiovascolare dopo l’infezione acuta che si è definita una nuova malattia”. Indolfi continua così nel suo intervento: “Si parla di Pasc – Cvd quando dopo i test diagnostici si individua una vera e propria patologia cardiovascolare, oppure di Pasc -Cvs o sindrome Pasc cardiovascolare quando invece gli esami diagnostici standard non hanno identificato una malattia cardiovascolare specifica ma sono presenti sintomi tipici come tachicardia, intolleranza all’esercizio, dolore toracico e mancanza di respiro”. Infine: “Purtroppo, sembra esistere una ‘spirale discendente’ nel long Covid, come l’hanno definita i colleghi americani: la fatica e la ridotta capacità di esercizio portano a una diminuzione dell’attività e del riposo a letto, che comportano a loro volta un peggioramento dei sintomi e una qualità di vita ridotta”.
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