Molto spesso ci imbattiamo in ristoranti e locali che sono “childfree”, ossia che non permettono l’ingresso ai bambini: ma sono nella legalità? Ecco cosa risponde l’esperto.
Negli ultimi anni si è diffusa la moda dei ristoranti e dei locali childfree, ossia di quei luoghi in cui non è previsto l’ingresso ai bambini. Questi luoghi, infatti, sono pensati a chi cerca intimità e tranquillità e quindi non vi è permesso l’ingresso a famiglie o coppie con bambini al seguito.
In molti, però, si chiedono se questa pratica sia o meno legale e se sia permesso fare tutto ciò. L’esperto ha fornito una dettagliata spiegazione in merito: ecco cosa ha detto.
In Italia e in Europa si sono diffusi a macchia d’olio ristoranti, locali ed alberghi “childfree”, ossia nei i quali non è permesso o previsto l’ingresso di bambini. Questo comportamento è legato all’esigenza di poter fornire alla propria clientela un ambiente esclusivo e silenzioso, privo dei normalissimi comportamenti tipici dei bambini.
Tuttavia, in molti si chiedono se sia permesso dalla Legge fare tali disposizioni per questo genere di locali e se “childfree” significa anche agire nella legalità. In merito ha risposto l’esperto che ha chiarito ogni dubbio.
Non permettere l’ingresso ai bambini nel proprio ristorante o, in genere, nel proprio locale non è consentito dalla Legge. Al giorno d’oggi, però, è aumentata la richiesta di strutture riservate esclusivamente agli adulti per cui ogni imprenditore sceglie di seguire il proprio istinto.
Il Testo Unico delle Leggi di pubblica sicurezza datato 1940 e aggiornato nel corso dei decenni inquadra bene la situazione. Secondo gli esperti, infatti, bisogna fare riferimento in merito all’art. 187 secondo il quale gli esercenti non possono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio.
Dunque, viene esclusa la possibilità di vendita di alcolici ai minori, ad esempio, ma vengono inclusi anche altri generi di divieti. Si può decidere, secondo la Legge, di vietare l’ingresso a chi in passato ha causato problemi pubblici o a personaggi notoriamente dediti ai reati.
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