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Omicron 2: ecco quando è sufficiente il tampone rapido

Sono in molti a chiedersi quand’è che è sufficiente il tampone rapido nel caso di Omicron 2.

Omicron 2 rappresenta una sottovariante della versione BA.1 proprio come è accaduto nel caso della variante Delta dalla quale era cominciata a diffondersi la sottovariante Delta plus.

Il rischio che si corre con il diffondersi delle sottovarianti è dato dal fatto che possono di fatto rendere inefficace il vaccino anticovid e dunque rendere più difficile l’uscita dalla pandemia. A tal proposito ecco quand’è sufficiente il tampone rapido nel caso di Omicron 2.

Omicron 2: quando è sufficiente il tampone?

A differenza di ciò che si temeva, i tamponi rapidi sono in grado di identificare la presenza o meno di Omicron 2. Gli esperti, però, in questo caso riferiscono che talvolta la linea che indica l’eventuale positività, spesso, tende a presentarsi meno scura.  Secondo il direttore della virologia dell’azienda ospedaliera di Pisa, Mauro Pistello, questo dipende dal fatto che i tamponi sono stati pensati per individuare una specifica proteina del virus. Da molto tempo si assiste ad una serie cospicua di varianti che però almeno sembrerebbero poter essere rilevati dai test rapidi.

Stando agli esperti, tra la variante 1 e 2 di Omicron non sussistono particolari differenze per cui risulta essere particolarmente difficile identificarle. In tale contesto, è necessario procedere con l’analisi su genoma e sulle sue basi, pratica che può essere eseguita soltanto da alcuni laboratori. A tal proposito, le differenze sono evidenti mediante l’osservazione di coloro che non hanno eseguito la vaccinazione. In coloro che invece si sono sottoposti al ciclo vaccinale completo la comprensione dell’aggressività del covid risulta essere particolarmente difficile. In verità, una differenza sarebbe emersa in merito ad una reazione più positiva di Omicron 2 rispetto agli anticorpi monoclonali. di quanto non accasa con la variante 1.

Ad ogni modo, il consiglio è quello di sottoporsi al tampone rapido entro un massimo di 48 ore dopo la comparsa dei sintomi. In questo modo, infatti, è possibile accertarsi di non essere contagiosi e dunque di non contribuire alla circolazione della variante in esame che nel nostro paese ha fatto registrare già tantissimi casi.

Sabrina

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