Una nuova invenzione dal Regno Unito può rivoluzionare la diagnosi e il trattamento del tumore al polmone. La svolta
Il tumore al polmone è uno dei più diffusi. Rappresenta la prima cause di morte nei paesi industrializzati. Questo per via del più importante fattore di rischio, il fumo. La dipendenza da sigaretta e l’esposizione a sostanze nocive sono infatti tra i principali motivi che possono provocare l’insorgenza della patologia.
Può essere una malattia estremamente subdola. Gli esordi infatti possono passare inosservati, e per questo c’è il rischio che quando ci si accorga della presenza del tumore la situazione sia già compromessa. Non è raro che si scopra di avere il tumore per caso, mentre si stanno facendo altre analisi. Adesso però c’è un nuovo strumento che può davvero aiutare la lotta contro questa brutta malattia.
Dei ricercatori del Regno Unito hanno sviluppato un metodo innovativo per diagnosticare il cancro ai polmoni. Si tratta di un serpente robot in grado di raggiungere i luoghi più remoti dei polmoni, sino ad ora inaccessibili con le attuali tecnologie. Questo strumento potrebbe rappresentare davvero la svolta per il rilevamento e il trattamento delle malattie polmonari. Il magnetic robot tentacolo è stato presentato in un articolo della rivista Soft Robotics, è composto da dischi magnetici ed è spesso circa 2 millimetri. E’ quindi estremamente più pratico, piccolo e maneggevole dello strumento utilizzato attualmente, il broncoscopio, che è largo dai 3,5 ai 4 millimetri, quasi il doppio del nuovo robot. E’ inoltre molto più rigido, e per questo alcune zone del polmone non possono essere raggiunte e restano incontrollate. Li potrebbero trovarsi possibile cellule cancerogene, e per questo avere uno strumento che permetta invece di arrivare in ogni angolo può essere davvero rivoluzionario nella diagnosi e nel trattamento delle malattie polmonari, ma non solo.
Questo robot infatti potrebbe in futuro essere utilizzato anche per monitorare le patologie e trattare anche altri organi, come cuore, reni o pancreas. Servirà ancora parecchio tempo prima di potere vedere il robot utilizzato in un ospedale, almeno dai 5 ai 10 anni, ma si confermano i passi avanti fatti dalla medicina, che grazie ad invenzioni sempre più sofisticate riesce ad arrivare agli angoli più remoti del corpo umano in modo sempre meno invasivo per il paziente.
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