Molte persone sono all’oscuro di una pratica nota come shrinkflation che determina una variazione della quantità del prodotto che però resta uguale. Ecco cosa sta accadendo.
Si tratta di un trucco che molte aziende potrebbero mettere in atto con l’aumentare dell’inflazione. Con la “shrinkflation“, infatti, si verifica una diminuzione della quantità del prodotto ma il prezzo resta uguale.
Scopriamo insieme qual è la situazione nel nostro paese e perchè è così importante guardare bene le etichette.
Tanto per cominciare, può rivelarsi importante comprendere appieno il significato del termine “shrinkflation“. Questo in particolare rappresenta una combinazione di due termini della lingua inglese: shrinkage e inflation. Questi in italiano diventano rispettivamente “contrazione” e “inflazione”. In poche parole, il termine in questione indica una sorta di “inflazione celata”.
Stando alla pratica su citata un prodotto che prima pesava 50 grammi, ora ne va a pesare 40 per un costo invariato. Si tratta, in sostanza, di una iniziativa di marketing volta ad ingannare il consumatore che in maniera distratta finisce per non fare caso all’etichetta, finendo per comprare meno, ma allo stesso prezzo. Il fenomeno in esame nasce negli Stati Uniti ma via via si è diffusa anche nel nostro paese. A tal proposito, infatti, il Presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, ha dato conferma della presenza di questa pratica anche in Italia con tutte le conseguenze economiche che possono esserci sulle famiglie quando si recano a fare la spesa. Il Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, peraltro, ha voluto segnalare in maniera dura questo fenomeno denunciandolo nel corso di audizione al Senato. In particolare, il suo intervento è avvenuto sul ddl Concorrenza nella speranza che la Commissione parlamentare d’inchiesta sui diritti dei consumatori analizzi il fenomeno generato da quella che ha definito una vera e propria “sgrammatura” per quanto concerne i prodotti”.
In particolare, l’Ons, Office for National Statistics, ha rilevato che negli ultimi 6 anni ci sono stati oltre 2mila casi di prodotti che hanno subito un ridimensionamento del loro peso in particolare quelli relativi al settore alimentare e l’igiene della casa.
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