La cura della propria alimentazione inizia nel momento in cui selezioniamo con molta cura anche il cibo da mettere in tavola, ecco perché è necessario prestare bene attenzione a tale scelta in merito anche all’uso dei pesticidi che in questo campo viene fatto.
Nel corso degli anni abbiamo avuto modo come le abitudini alimentari delle persone in relazione alla voglia di mettere in tavola un prodotto quanto più naturale possibile, evitando dove possibile i ‘conservanti’ ritenuti tossitici e motivo per il quale è diventato sempre più necessario ed importante imparare a leggere le etichette dei vari prodotti e generi alimentari.
Non a caso, in queste ore a farsi spazio nel web troviamo la pubblicazione del nuovo report pubblicato in merito ad una lunga indagine fatta sui pesticidi usati nel campo della coltivazione. Ecco di seguito quanto è emerso.
Pesticidi negli alimenti: le novità
Imparare a capire cosa portiamo in tavola, eventuali rischi e anche il tipo di tossicità nei prodotti usati prima e dopo la coltivazione, aiuta a conoscere meglio frutta e/o verdura e non solo. I vari report che vengono presentatati di anno in anno, inoltre, aiutano anche a selezionare nel migliore dei modi prodotti reputati meno dannosi per il nostro corpo, puntando quanto più possibile al biologico.
Infatti, come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel mirino dell’attenzione de web in queste settimane troviamo il report intitolato La Sporca Dozzina, realizzato dall’Environmental Working Group.
I prodotti segnalati
Secondo quanto reso noto dal report sopra indicato, ad essere annoverati come gli alimenti con maggiori residui di pesticidi troviamo la seguente classifica:
1 fragole
2 spinaci
3 cavolo cappuccio
4 netterine
5 mele
6 uva
7 peperoncino
8 ciliegie
9 pesche
10 pere
11 sedano
12 pomodori.
Nel report La Sporca Dozzina, inoltre, è possibile leggere anche la seguente dichiarazione sullo studio fatto sul campo: “Sono stati trovati residui di pesticidi su oltre il 70 per cento dei prodotti non biologici testati da Usda e Fda, continuando un problema evidenziato nel rapporto dello scorso anno”.