L’annuale dichiarazione dei redditi per i nuclei familiari si avvicina sempre di più e uno dei maggiori problemi resta sempre lo stesso: cosa succede nel caso di figli con reddito autonomo ma conviventi nella stessa casa dei genitori?
In tema di controlli fiscali e dichiarazione dei redditi, inevitabilmente il figlio convivente con il nucleo familiare anche se indipendente economicamente ha un peso non indifferente, motivo per cui la prima cosa da fare è sempre quella di provvedere a staccarlo a livello economico e fare in modo che questo abbia un reddito a sé stesante e non incidente.
Sulla base di tale motivazione, infatti, sono scattati una serie di controlli messi in atto dall’Agenzia delle Entrate al fine di capire come sia articolato il reddito familiare, in che misura incidono i figli e se i guadagni da questi arrecati arrivino o no da un lavoro in nero e quindi sanzionabile.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, con l’arrivo della data ultima per la dichiarazione dei redditi diventata importante chiarire per le famiglie italiane la propria situazione economica in vista di un ‘reddito proprio’ e quello dei figli lavoratori.
Si tratta di un momento molto delicato per il quale è necessario farsi seguire da un esperto del settore che vi permetterà di scindere le due ‘situazioni economiche’ anche se conviventi nella stessa casa. In primis, in tal senso, è necessario determinare la sussistenza di due fonti di reddito e mettere in atto le dovute cautele con tanto di distaccamento dal nucleo familiare principale; in seguito determinare se tali ingressi derivano da un eventuale lavoro in nero per evitare che le sanzioni vengano distribuite sul nucleo invece che sulla persona di riferimento. Quanto detto, dunque, implica che per far scattare eventuali controlli fiscali è sufficiente un incremento del 20% sui redditi dichiarati e ricostruiti.
L’obiettivo del Fisco in questo 2022 è quello di puntare al potenziamento della Superanagrafe dei conti corrente e che fonda le sue radici sui punti cardine:
– Il saldo di inizio e fine anno
– La somma dei movimenti in entrata e in uscita
– La giacenza media.
A entrare in campo, quindi, troviamo il nuovo DL 78/2010 dall’Agenzia delle Entrate dove viene spiegato che per le attività di controllo, “può procedere alla ricostruzione del reddito di ciascun contribuente mettendo a confronto il reddito dichiarato con le spese effettuate nell’anno”.
Infine, qui viene chiarito anche il seguente aspetto: “Il figlio che lavora e vive ancora con i suoi genitori, quindi, può contribuire alle spese, senza andare incontro a sanzioni o verifiche. Il rischio, però, diventa concreto quando il reddito di lavoro è in nero o non tassato adeguatamente”.
Per ulteriori e dettagliata informazioni è sempre bene fare riferimento al proprio caf di pertinenza, agli uffici dell’Agenzia delle Entrare e al commercialista di riferimento.
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