Il mal di testa rappresenta sempre un sintomo legato al malessere fisico, motivo per cui è necessario capirne il prima possibile la sua origine e fare in modo di agire con la giusta diagnosi.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, il mal di testa può essere un campanello di allarme per il malessere del nostro corpo e quindi per il nostro stato di salute, motivo per cui è importante e determinante capirne la fonte ed un eventuale collegamento con una malattia.
Non a caso, il mal di testa può essere anche un sintomo che si manifesta in caso di cefalea a grappolo, la quale si manifesta nel lobo destro del cranio e per la quale è necessario rivolgersi al proprio medico ed individuare la giusta cura del caso.
Il mal di testa, quindi, può essere un sintomo derivante dalla stanchezza scatenante da molteplici fattori e non solo, dato che il dolore nel lato destro del cranio può essere anche la manifestazione di un sintomo derivante dalla cefalea a grappolo. Nel dettaglio a una delle cefalee primarie, che colpisce principalmente gli uomini che le donne, derivante spesso anche dal tipo di vita e lavoro svolto nel quotidiano.
Questa si presenta con mal di testa che può durante dai 15 ai 180 minuti a ‘grappolo’ con intensità severa con sede sulla orbitaria, sovra-orbitaria e/o temporale, strettamente unilaterali.
Tra i sintomi riconosciuti della cefalea a grappolo troviamo l’iniezione congiuntivale e/o lacrimazione, congestione nasale e rinorrea che si possono manifestare insieme oppure no come nel a caso della miosi e ptosi, edema palpebrale, sudorazione facciale e frontale, arrossamento facciale e sensazione di orecchio pieno. Nel caso in cui uno in cui si manifesti uno di questi sintomi, dunque, è bene approcciarsi con il proprio medico e capire quali esami effettuare e chiedere il consulto di uno specialista.
Nel corso degli anni sono state messe in atto varie cure preventive e curative, determinate soprattutto dalla tempistica con la quale viene effettuata la diagnosi, motivo per cui l’unico consiglio utile resta quello di chiedere supporto al proprio medico e quindi decidere insieme la strada da seguire e la terapia a seconda del caso di riferimento.
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