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Suicidio e autolesionismo negli adolescenti: i numeri che spaventano e come aiutarli

L’ultimo biennio ha messo a dura prova la psiche di numerose persone in tutto il mondo, ma a pagarne le spese maggiori sono stati i ragazzi per i quali sono stati riscontrati numerosi casi di autolesionismo e tendenze al suicidio.

Impossibile negare come gli ultimi due anni siano stati davvero difficili da vivere sotto ogni punto di vista, l’isolamento dettato dal lockdown, la chiusura dei centri di aggregazione e anche l’avvio della didattica online, ha innescato una lunga serie di reazioni a catena per le quali solo oggi se ne cominciano a vedere gli effetti indesiderati… soprattutto a livello psicologico.

La conferma di quanto detto arriva nella registrazione di casi di suicidio tra gli adolescenti, compresi coloro che hanno manifestato delle tendenze suicide e non solo. Tra i casi allarmanti, inoltre, troviamo anche coloro che hanno messo in atto degli atteggiamenti autolesionisti.

Cosa sta succedendo agli adolescenti?

Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel corso dell’ultimo biennio sono state numerose le problematiche innescate dalla pandemia e dal Coronavirus, così come confermato anche dall’aumento dei casi di adolescenti che passano molte ore al telefono e sui social media e non solo. Secondo alcune statistiche sarebbero aumentati anche i casi che hanno risentito della carenza di relazioni sentimentali, tendenze all’isolamento ecc…

In questo senso, purtroppo, sono stati riscontrati numerosi casi suicidio ed autolesionismo, insieme alla necessità in prima persona di chiedere aiuto e sostegno psicologico prima di un gesto folle.

Autolesionismo, cos’è e come si combatte

A destare una maggiore preoccupazione in questi ultimi mesi sono gli aumenti dei casi relativi all’autolesionismo tra adolescenti in risposta ad emozioni negative. Questo si manifesta principalmente con tensione, ansia, difficoltà interpersonali che spesso culminano in una forma di autopunizione.

Secondo quanto reso noto dal portale dell’Ospedale Bambino Gesù, circa la diagnosi affidata ai casi di autolesionismo e le terapie da intraprendere in campo medico e psicoterapeuta, le quali coinvolgono spesso anche le famiglie, è necessario sottolineare come lo scopo di tali trattamenti è quello di prevenire più possibile tali atteggiamenti rivolti alla propria persona e la riduzione di tendenze suicide o comportamenti che ne mettono a rischio la vita della paziente.

Non a caso, circa le terapie e il percorso terapeuta da mettere in atto nel portare dell’Ospedale Bambino a Gesù è possibile leggere anche: “Alcuni interventi psico-sociali che si sono dimostrati efficaci nel ridurre gli episodi di autolesionismo sono al momento la terapia dialettico-comportamentale (DBT) e la terapia basata sulla mentalizzazione (MBT)”. Infine: “Nessun farmaco al momento ha mostrato una efficacia specifica per il trattamento dei comportamenti autolesionistici, tuttavia all’interno di un trattamento multidisciplinare la terapia farmacologica può essere necessaria per il trattamento dei disturbi psicopatologici associati”.

 

Francesca Guglielmino

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