L’emicrania è tra i malesseri più diffusi, difficili da sopportare ma che allo stesso tempo può nascondere innumerevoli insidie e non solo… dato che tale malessere può essere anche la manifestazione di una problematica cardiaca.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, l’emicrania può essere la manifestazione di numerose problematiche anche diffuse, come ad esempio la traduzione della stanchezza e/o fastidi alla vista per i quali è necessario cambiate lenti ai propri occhiali, oppure provvedere ad effettuare una visita oculistica che ne possa stabilire il suo utilizzo.
Eppure, esistono dei casi in cui l’emicrania può celare delle problematiche molto più importanti, come problemi celebrali e/o cardiache da non sottovalutare.
Emicrania e lo scompenso cardiaco
Nel corso delle ultime settimane, dunque, a tenere banco nel campo dell’informazione scientifica troviamo uno studio condotto dal Centro Cardiologico Monzino e Università Statale di Milano, il quale è stato pubblicato recentemente sul Journal of American College of Cardiology Basic to Translational Science (JACC BTS), realizzato per spiegare la possibile correlazione tra emicrania e, appunto, problemi al cuore.
Lo studio, dunque, ha approfondito il meccanismo fisiopatologico che lega l’emicrania con aura al difetto cardiaco congenito del Forame Ovale Pervio (PFO), comunemente conosciuti anche con il nome di “buco nel cuore“. Si tratta, quindi, di una mancata chiusura totale alla nascita della comunicazione tra atrio destro e sinistro del cuore. La diffusione della problematica in questione, dunque, durante lo studio in questione è stata riscontrata nel 70% dei casi a causa dell’intervento percutaneo di chiusura del forame ovale.
“Patologia invalidante”
A commentare l’importante risultato raggiunto è stata la Responsabile dell’Unità di Cardiologia Interventistica 3 del Monzino, e coordinatrice della parte clinica dello studio, Daniela Trabattoni.
Così come reso noto anche dall’Agi, quindi, la dottoressa Daniela Trabattoni ha così commentato lo studio effettuato in Italia: “Ad oggi, nessuna delle linee guida cardiologiche internazionali include l’emicrania con aura fra le indicazioni per l’intervento di chiusura del PFO”. Daniela Trabattoni, successivamente, ha poi concluso così il suo intervento: “Eppure, si tratta di una patologia invalidante, che in molti casi non risponde ai farmaci e si presenta incessantemente per giorni, una o anche più volte al mese, impedendo la normale quotidianità e progettualità di vita. Per questo al Monzino, forti della nostra casistica di successo nel trattamento del PFO, abbiamo pensato di ricercare il meccanismo fisiopatologico di connessione fra le due patologie, per dimostrare, a livello di meccanismi cellulari, come la chiusura del forame possa di fatto impedire lo scatenarsi delle crisi di emicrania con aura”.