Aprire una Partita Iva può essere reso necessario in caso di alcuni tipi di lavoro: ecco quanto costa l’operazione e quali sono tutti gli importi che devono essere considerati.
Un lavoratore autonomo, così come un professionista, per svolgere la propria professione e regolarizzare la propria situazione fiscale ha bisogno di una Partita Iva. Essa è una sequenza di 11 cifre che indica, in maniera univoca, un soggetto che esercita un’attività: tale attività è rilevante ai fini dell’imposizione fiscale.
Occorre sapere, però, che per aprire una Partita Iva forfettaria vi sono dei costi da affrontare fissi e variabili. Ecco quali sono e a quanto ammontano.
Partita Iva forfettaria: ecco quanto costa aprirne una
Il regime forfettario delle Partite Iva è un’opzione molto scelta e interessante dal punto di vista fiscale. Possono accedervi tutte le persone fisiche esercenti attività di impresa o di lavoro autonomo che abbiano conseguito compensi o ricavi fino ad un massimo di 65mila euro.
Essi, dunque, non potranno adempiere agli obblighi di chi lavora con ritenuta d’acconto perchè, in questo caso, ciò che viene a mancare è proprio il sostituto d’imposta.
Una Partita Iva forfettaria non ha spese di apertura o di chiusura da considerare, tuttavia, ad ogni modo, il titolare viene comunque esposto a dei costi che possono essere sia fissi che variabili. Dunque, relative al pagamento del commercialista e delle relative imposte e adempimenti fiscali.
Ecco, nel dettaglio, quali sono i costi da sostenere.
Quali costi per un lavoratore
In primo luogo, uno dei primi costi che si andranno a sostenere con una Partita Iva in regime forfettario, riguardano le imposte. Sul reddito imponibile, infatti, andrà applicata un Irap del 15%. Tale imposta, in caso di impresa familiare, è dovuta solo dall’imprenditore.
Ancora, tra i costi, come detto, ci sono gli importi da corrispondere annualmente al commercialista. In questo caso, non si può dare una stima del loro ammontare in quanto questo più cambiare da professionista a professionista.
Infine, tra i costi fissi va considerato anche un importo di circa 1000 euro per le spese di gestione. In realtà, esse possono anche scendere fino a 600 euro: tutto dipende anche dall’attività svolta.