Il virus dell’influenza resiste anche dopo Pasqua. I dati dell’ISS parlano chiaro. I sintomi da non sottovalutare
Nonostante la Primavera sia iniziata già da un mese continua a circolare il Virus dell’influenza. Dopo Pasqua, quindi, non è ancora ora di abbassare a guardia, bisogna ancora combattere, oltre ovviamente che col Covid, anche con i mali di stagione. L’influenza infatti starebbe avendo una fine particolarmente prolungata, e ci sarebbero ancora moltissime persone alle prese con sintomi davvero fastidiosi, come forme gastrointestinali, febbre, mal di stomaco, vomito e diarrea.
L’influenza, secondo i dati, avrebbe colpito particolarmente i giovani, meno coperti dal vaccino apposito, nonostante il calo di casi degli ultimi anni dovuto all’utilizzo di mascherine e misure di sicurezza anti covid. Molto colpiti anche gli anziani non vaccinati.
Tra i motivi di questa influenza prolungata ci sarebbe una primavera arrivata in ritardo e caratterizzata da forti escursioni termiche. Sono 272 mila i casi registrati solo nell’ultima settimana secondo l’Istituto Superiore di Sanità, su oltre 5 milioni registrati in questa stagione. Numeri addirittura maggiori della stagione pre pandemia. I picchi ci sono stati a fine anno, e sul finire del mese di marzo, con alti tassi di virus influenzali. Il 13,2 % dei casi presi in esame sono risultati colpiti dal virus inflienzale.
Secondo le statistiche rese note dall’Istituto superiore di sanità, nella settimana dal 4 al 10 aprile 2022 l’incidenza del virus era calcolata a 4,61 casi per mille abitanti. Nei bambini al di sotto dei 5 anni si è registrato un calo, da 18,01 casi per mille a 14,80. Nella fascia 5-14 anni si è invece stabilita a 6,99 casi per mille (contro gli 8,84 per mille registrati la scorsa settimana), in quella 15-64 è invece di 4,06 casi per mille ( prima era 4,91), negli over-65 è a 1,97 casi per mille (rispetto a 2,26). Significativi anche i dati registrati nelle diverse regioni. In Campania si è passati da un’incidenza di 13 casi per mille a 4,11 in una settimana. Stessa tendenza anche in Umbria, dove si è passato dal 13,37 al 6,89, e anche nelle Marche, con un calo dal 12,53 a 9,30. Cresce il tasso invece nella provincia autonoma di Trento (da 2,60 a 5,67 casi per mille), in Puglia (dove è salito dal 4,77 a 5,85) e in Friuli Venezia Giulia (è passato dal 5,71 a 6,81). La circolazione dei virus influenzali è invece scesa dal 33,3% al 24,8%.
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