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Whatsapp: i messaggi sono prove certe, un tradimento è stato riconosciuto da un giudice

I messaggi di Whatsapp costituiscono prove certe in caso di tradimento: un giudice l’ha riconosciuto. Ecco da oggi in poi come funzionerà con le chat. 

Ogni giorno inviamo centinaia di messaggi su Whatsapp ai nostri contatti parlando della nostra giornata e del più e del meno. Bene, da oggi bisogna fare molta attenzione a quello che scriviamo ai nostri amici e a ciò che raccontiamo nei nostri audio o nei nostri messaggi di testo. 

Un giudice, infatti, ha riconosciuto i messaggi di Whatsapp come prove certe per verificare un tradimento. Scopriamo insieme questa novità e come funzionerà con le chat da oggi in poi.

Tradimento, attenzione ai messaggi Whatsapp: un giudice li ha riconosciuti come prova

Secondo un giudice di Monza, il tradimento confessato su Whatsapp ha il valore di prova contro il coniuge durante le cause di separazione e di divorzio. I messaggi Whatsapp, al giorno d’oggi, sono ormai assimilati i tradizionali documenti cartacei nel loro inconfutabile valore di piena prova. 

Infatti, secondo l’art.2712 del Codice civile, “le riproduzioni fotografiche, informatiche o cinematografiche, le registrazioni fonografiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime“. Il riferimento alle riproduzioni informatiche, nel dettaglio, è stato aggiunto nel 2005.

Dunque, le chat su Whatsapp sono legalmente in grado di provare l’avvenuta infedeltà. Esse hanno grande valore in termine di addebito della separazione nei confronti del coniuge fedifrago. 

Come usarle in una causa di separazione

In una causa di separazione è facile utilizzare gli screenshot delle chat di Whatsapp che provino l’avvenuta infedeltà di un coniuge nei confronti dell’altro: basta semplicemente produrle in giudizio. Tuttavia, c’è da specificare che la contestazione della veridicità del loro contenuto deve essere precisa e argomentata. 

Secondo gli esperti di La legge per tutti, infatti, per quanto riguarda le riproduzioni informatiche, “il giudice può accertare la rispondenza all’originale anche attraverso altri mezzi di prova, comprese le presunzioni“.

Simona

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