Ecco i risultati di un nuovo studio che ha spiegato come il declino cognitivo dipenda anche dal proprio carattere.
Cosa va ad influenzare il declino cognitivo di una persona? La risposta sembrerebbe che l’abbiano trovata un gruppo di scienziati canadesi. A giocare un ruolo fondamentale sono alcuni tratti della personalità.
Si tratta di uno studio molto importante che ha visto coinvolte 2000 persone alle quali sono state poste diverse domande. I risultati potrebbero aiutarci a modulare il nostro carattere in modo da permetterci di vivere meglio con l’avanzare dell’età.
E’ noto che con l’aumentare degli anni la capacità cognitiva di un individuo tende a diminuire. Il team canadese ha evidenziato come la nostra personalità possa influenza non solo il nostro stile di vita e il nostro modo di relazionarci agli altri, ma potrebbe essere collegata anche ad un aumentato rischio di sviluppare problemi cognitivi con il passare degli anni.
Lo studio intitolato “Rush Memory and Aging Project” ha coinvolto quasi 2000 anziani che vivono intorno alla città di Chicago. Inoltre avevano una diagnosi si demenza e sosno stati seguita dal 1997 fino ad oggi. Periodicamente gli scienziati hanno raccolto i dati ed al termine dello studio hanno potuto affermare che chi ha ottenuto un punteggio più elevato di coscienziosità e uno più basso di “nevroticismo” ha avuto meno probabilità di sviluppare declino cognitivo (da una condizione di normalità) nel corso dello studio. AL contrario chi ha avuto un punteggio molto alto nella categoria “necroticismo” ha maggiori probabilità di avere un declino cognitivo avanzato.
Chi sono le persone che rientrano nel “necroticismo”? Sono quelle che sono molto ansiose, instabili, che sono depresse ed insicure e che in generale soffrono di sbalzi di umore.
Le persone coscienziose sono quelle che affrontano la vita serenamente, che sono responsabili e disciplinate.
La professoressa responsabile dello studio, Yoneda, ha affermato: “I tratti della personalità riflettono modelli di pensiero e comportamento relativamente duraturi, che possono influenzare cumulativamente l’impegno in comportamenti sani e malsani e modelli di pensiero per tutta la durata della vita. L’accumulo di esperienze nell’arco della vita può quindi contribuire alla suscettibilità di particolari malattie o disturbi, come un lieve deterioramento cognitivo, o contribuire alle differenze individuali nella capacità di resistere ai cambiamenti neurologici legati all’età“.
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