Cresce l’allarmante preoccupazione per una grave forma di epatite, per la quale ha deciso di intervenire anche il Ministero della Salute indicando le dovute avvertenze per evitare il contagio.
Gli ultimi due anni sono stata inevitabilmente costellati dalla paura per gli italiani che hanno dovuto mettere in atto una lunga serie di mosse preventive per proteggersi dal contagio dal Covid-19, soprattutto nel momento in cui il virus ha cominciato ad intaccare anche i bambini. Quanto detto, però, ha fatto in modo che determinate problematiche passassero quasi in secondo piano, nonché malattie considerate, comunque, pericolose per i più piccoli.
Facciamo riferimento, dunque, ad una grave forma di epatite sulla quale anche il Ministero della Salute, recentemente, ha deciso di intervenire.
La forma di epatite a cui facciamo riferimento è definita acuta tra i bambini e fa fronte ad un’infezione da Adenovirus, i cui sintomi sono considerati simili a quelli del raffreddore e che possono essere facilmente confusi se non attenzionati nel modo corretto.
L’epatite acuta, quindi, è definita molto contagiosa tra i bambini a seguito del fattore virale che entra in circolo in pochissimo tempo, così come confermato anche dai casi accertati in Italia e per il quale il Ministero della Salute ha deciso di entrare in azione con una dovuta comunicazione massiccia rivolta ai cittadini.
I sintomi ai quali bisogna prestare molta attenzione, dunque sono rappresentati dal vomito e diarrea, per i quali bisogna contattare immediatamente il proprio medico curante ed evitare così uno step successivo della malattia.
La diffusione di epatite acute da Adenovirus è notevolmente in creme entrata tra i minori durante la pandemia da Covid-19. Al momento sono sconosciute le cause della diffusione di tale epatite tra i bambini, così come evidenziato anche da una circolare del Ministero della Salute diffusa nel corso delle ultime settimane, anche se ufficialmente è stato smentito qualsiasi tipo di legame tra l’epatite da Adenovirus e Coronavirus.
Il protocollo di cure viene stabilito così caso e dalla tipologia di sintomi manifestati dal bambino, attualmente la situazione in Italia sarebbe gestita con il massimo controllo considerato che i casi certificati sono soltanto 11 In Italia rispetto ai dati che arrivano dal resto dell’Europa.
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