Il Covid-19 ha messo sottochiave il mondo e cambiato la vita delle persone in modo radicale anche in campo sanitario, come avvenuto nel caso del paziente dalla durata record dell’infezione studiato da numerosi ricercatori nel mondo.
Impossibile negare come il Covid-19 rappresenti, ancora oggi, una problematica reale e persistente in ogni nazione del mondo nonostante un parziale ritorno alla realtà, così come confermato anche dall’arrivo delle varianti che hanno attestato la mutazione genetica del virus. Non a caso, è necessario ricordare in tal senso, che nel cuore della città di Shangai, e comuni vicini a questa in Cina, sembrerebbe di essere tornati indietro nel tempo di ben due anni con tanto di lockdown e contagi in forte crescita.
Recentemente, però, a far discutere il mondo è stato il caso del paziente che la cui durata dell’infezione è stata definita da record, ben oltre un anno di lotta contro il Coronavirus. Caso che successivamente è diventato poi oggetto di studio.
Non è insolito leggere casi clinici di persone che hanno dovuto fronteggiare l’infezione da Covid-19 per ben oltre i fatidici 15 giorni base, durante i quali il corpo umano anche mediante le cure preposte dovrebbe così negativizzarsi. Un esempio pratico capire quanto stiamo dicendo è rappresentato dal caso di positività dopo 21 giorni, a seguito dei quali in assenza di sintomi è possibile uscire di casa ma con le dovute precauzioni.
A diventare oggetto di studio, però, è stato il caso di un paziente che ha lottato contro il Covid-19 per ben 505 giorni, il quale è stato recentemente presentato e discusso durante il congresso della Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive ospitato a Lisbona. A commentare il caso in questione sono stati gli esperti del King’s College London and Guy’s and St Thomas’ NHS Foundation Trust, i quali hanno spiegato come tale caso clinico sia alla base dello studio che rinforza l’idea secondo la quale le nuove varianti del Coronavirus si siano formate proprio in questi pazienti che non riescono a guarire facilmente o che non sopravvivono dopo il contagio, avviando una serrata lotta contro la malattia infettiva.
Il caso clinico in questione, purtroppo, non è l’unico dato che gli esperti del King’s College London and Guy’s and St Thomas’ NHS Foundation Trust hanno esaminato circa nove pazienti simili a questo. Il paziente tipo, che ha lottato 505 giorni contro la malattia, purtroppo, è deceduto a causa dell’aggravamento delle sue condizioni di salute rese critiche dal contagio da Covid-19 trattandosi anche di un paziente fortemente immunodepresso. Un decesso che è arrivato dopo aver messo in atto tutte le terapie del caso che non hanno favorito, però, la negativizzazione.
Allo stesso modo, tale studio comprende anche altri 8 casi non tutti con lieto fine, purtroppo. Tra questi, inoltre, rientra anche il caso del paziente che continua la sua lotta contro il Covid da 412 e sul quale le varie terapie con anticorpi non stanno avendo il successo desiderato. Due pazienti appartenenti allo studio in questione, invece, sono guariti da solo anche se dopo quasi un anno dal contagio dopo aver ricevuto anticorpi monoclonali e antivirali.
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