L’Opzione Donna è una misura introdotta per la prima volta nel 2004 rivolta alle donne lavoratrici. A queste in particolare è prevista la possibilità di andare in pensione anticipatamente. In questo caso però ogni mese si riceverà un assegno il cui importo è calcolato in maniera totalmente contributiva.
Alla luce di questo, va precisato che per poter beneficiare di questa misura, l’Inps ha previsto una serie di precisi requisiti e regole. Scopriamo insieme quali sono.
Opzione Donna: ecco tutto quello che c’è da sapere
Il diritto di una donna dipendente o autonoma di usufruire della possibilità di andare in pensione in anticipo è legata in particolare a due requisiti:
- contributivo;
- anagrafico.
Per quanto riguarda il primo, entro l’anno 2022, bisogna aver maturato minimo 35 anni di contributi versati. Dal punto di vista anagrafico, invece, è necessario aver compiuto 58 anni di età entro il 31 dicembre del 2022. L’adesione all’Opzione Donna può verificarsi nel caso si tratti di una lavoratrice dipendente nel privato o nel pubblico, ma anche nel caso di lavoratrici autonome con l’esclusione di quelle iscritte alla Gestione Separata.
Come detto poc’anzi il calcolo dell’assegno mensile avviene in base al sistema contributivo. A questo viene abbinata l’età della lavoratrice. Di conseguenza, se l’età della lavoratrice è bassa, altrettanto bassa sarà la somma che le sarà corrisposta ogni mese. Ovviamente, risulta piuttosto difficile fare un calcolo preciso su quella che potrebbe essere la cifra dell’assegno mensile poiché come abbiamo visto dipende da svariati fattori.
Ad ogni modo, per quanto concerne la presentazione della domanda, questa può essere inoltrata all’INPS prima o nel momento in cui è terminato il periodo di attesa compreso tra 12 e i 18 mesi per il raggiungimento dei predetti requisiti. In molte comunque si chiedono se questa misura sia realmente vantaggiosa o se al contrario presenti delle criticità. Queste in particolare riguardano il fatto che seppur venga data la possibilità alla lavoratrice di andare in pensione prima, questa si vede costretta a cedere un costo dovuto proprio al fatto di ritirarsi anticipatamente dall’attività lavorativa.