Nel corso degli anni, forse anche nel corso sei secoli, si ha sempre avuto la forte convinzione che i topi potessero essere portatori di malattie e allo stesso tempo di sporcizia… ma quanto c’è di vero?
Esistono diverse classificazioni per le razze di topi, alcuni dei quali curati anche in un ambiente domestico diventando così dei piccoli animali da compagnia e non solo, dato che questi hanno anche dato un apporto significativo alla scienza. Nonostante tutto, però, sembrerebbe che nel corso degli anni la convinzione che i topi potessero essere anche portatori di malattie sia errata.
Tale scoperta è arrivata a seguito di un lungo e accurato studio scientifico che ha permesso, anche, di tracciare le vere differenze tra topi di città e campagna.
Nel tempo si è sempre prestata molta attenzione ai topi di campagna e quelli di città, noti anche come topi di fogna. Come spiegato in un primo momento, una delle convinzioni radicate nella persona riguardava il fatto che i topi, da qualsiasi tipo di ambiente provenissero, fossero portatori di sporcizia e malattie soprattutto in riferimento alle razze che vivono all’aria aperta e quindi in campagna.
La notizia in questione non è del tutto errata, ma in tal riferimento è necessario fare una distinzione tra i due esemplari sopra citati nel tentativo di chiarire quali sia la sostanziale differenza tra l’uno e l’altro, oltre il far luce sulla specie che davvero è in grado di portare malattie.
A far luce su quanto spiegato precedentemente è stato l’istituto di ricerca Georgetown University di Washington DC attraverso uno studio guidato dall’ecologista delle malattie Greg Alberty, pubblicato sulla rivista Ecology & Evolution.
Nello studio in questione è emerso che i topi che vivono in città possono essere tra i maggiori portatori di malattie, rispetto a quelli che vengono trovati nelle campagne: “È improbabile che questi animali urbani siano la fonte della prossima ‘Malattia X’, ma sono ancora spesso una fonte di malattie importanti ben note”. Insieme ai topi, infine, un rischio reale è rappresentato dai piccioni sul quale si è espresso Alberty: “Sappiamo così tanto sui loro parassiti che sono diventati relativamente pochi gli sconosciuti; la fauna selvatica rurale è molto più incerta ed è più probabile che ci fornisca la prossima ‘grande minaccia’”.
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