Nel corso degli anni una delle più importanti scoperte scientifiche messe in campo è stata quella relativa al trapianto di retina e la possibilità di tornare a vedere dopo la cecità. Recentemente, in questo campo è stata messa in atto una nuova ed importantissima scoperta scientifica.
La scienza nel corso dei secoli ha permesso di mettere in atto delle importanti scoperte che hanno migliorato la vita della persona, nonostante le varie difficoltà da affrontare legate spesso a malattie o danni sopraggiunti che hanno messo in discussione alcune perfette funzionalità dell’uomo come nel caso della vista.
Negli anni passati un’importante innovazione in campo medico è arrivata con la possibilità di trapiantare organi compatibili nell’uomo, scoperta che ha permesso di prolungare e anche migliorare la vita della persona nonostante un grave incidente subito o una malattia che ha messo discussione ogni cosa.
Tornare a vedere e riacquistare totalmente la vista
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, una delle più importanti scoperte riguarda proprio la possibilità di tornare a vedere mediante un intervento chirurgico e quindi il trapianto di retina.
Questo tipo di operazione deve essere realizzato seguendo delle modalità ben precise insieme a delle tempistiche per le quali il trapianto deve essere realizzato da donatore al ricevente. Sotto questo punto di vista, non a caso, ad essere messa a punto troviamo una scoperta scientifica realizzata dai ricercatori del John A. Moran Eye Center all’Università dello Utah e pubblicata sulla rivista Nature.
“Risvegliare le cellule”
Secondo quanto reso noto dal team di scienziati, dunque, è stato reso possibile mettere in atto un processo di reversibilità delle cellule morte del sistema nervoso e aprire nuove prospettive di cura per malattie neurodegenerative, compresa la degenerazione maculare senile che colpisce in età avanzata.
Il gruppo di ricercatori in questione in merito alla scoperta fatta ha rilasciato la seguente di importante dichiarazione: “Siamo stati in grado di risvegliare le cellule fotorecettrici della macula, la parte della retina responsabile della nostra visione centrale e della nostra capacità di vedere i dettagli e i colori – spiega Fatima Abbas, prima autrice dello studio – “Negli occhi, ottenuti entro cinque ore del decesso del donatore, queste cellule hanno risposto a luce intensa, a luci colorate e persino a lampi di luce molto deboli”.