I malati di tumore possono essere aiutati: ecco la scoperta sul dolore a cui è giunta la Fondazione Quarta che cambia totalmente il modo di approcciarsi a questi pazienti.
Le malattie come il tumore possono essere devastanti e cambiare in maniera radicale la vita di coloro che ne soffrono. A tal proposito, un studio scientifico ha fatto emergere un dato importante sul dolore che cambia tutto.
Ciò detto, scopriamo insieme in cosa consiste questa importante scoperta che può aiutare i pazienti affetti da questa grave malattia.
Tumore: lo studio scientifico che cambia tutto
Quando si parla di malattie oncologiche, si fa poca attenzione a quello che è l’uso delle parole. Uno studio scientifico, di fatti, ha fatto emergere che ci sono parole sbagliate che possono fare molto male. Spesso, si tende a sminuire o addirittura a colpevolizzare il paziente con frasi che apparentemente possono risultare innocue. In realtà, dire che un determinato paziente ha fallito una determinata cura, a livello comunicativo è estremamente sbagliato.
TUMORE SCOPERTA LA CURA DEL DOLORE
Per la stessa ragione è sbagliato anche affermare che il paziente avverte dolore in una determinata parte del corpo. Si tratta, di fatti, di frasi molto pesanti e aggressive che tendono a spostare l’attenzione e la colpa sul paziente e provocare una serie di conseguenze. Questo è quanto è emerso dall’analisi in esame che ha rivelato che una comunicazione aggressiva che tende a svalutare viene percepite dalle aree del cervello come dolore simile a quello fisico, andando a minare persino l’autostima. Andrebbe piuttosto posto l’accento sull’inefficacia del farmaco in quanto aiuterebbe il malato non sentirsi colpevole del fallimento.
Alla luce di questa scoperta, comunque, secondo gli esperti risulta necessario formare i medici in tal senso. Essi, infatti, dovrebbero essere maggiormente in grado di utilizzare parole adeguate che non spingano il paziente a demordere e dunque a perdere motivazione. Bisognerebbe, in particolare, aver presente che il paziente è una persona e in quanto tale nutre aspettative, emozioni che vanno protette e trattate con rispetto. E’ auspicabile una maggior propensione all’ascolto del paziente malato di tumore, instaurando un sentimento di empatia: una sorta di relazione terapeutica. E’ chiaro dunque che è necessaria una sinergia tra medico e paziente. Il primo infatti offre la conoscenza, il secondo invece mette a disposizione l’esperienza di quelli che sono i sintomi e su come essi possono incidere sulla sua vita.