Arriva il nuovo pomodoro geneticamente modificato pieno zeppo di una vitamina

Beatrice

Salute e Benessere

E’ stato ideato un nuovo pomodoro geneticamente modificato che è ricco di Vitamina D. E’ la soluzione per chi è carente?

E’ uno degli alimenti simbolo della cucina mediterranea, immancabile nella cucina italiana. Piace a grandi e piccini. E’ in assoluto uno degli ortaggi più amati, adatto sia da crudo che da cotto. Si tratta ovviamente del pomodoro. Questo alimento, che botanicamente è un frutto, ma culinariamente viene considerato come una verdure, esiste davvero in moltissime varianti diverse. Adatti per l’insalata o perfetti per il sugo, esistono davvero moltissime varietà di pomodori.

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Adesso però sembrerebbe essere stata inventata una nuova linea di pomodoro, grazie ad un grande lavoro di ricerca. Si tratta di un pomodoro in grado di contrastare la carenza di vitamina D.

Il nuovo pomodoro geneticamente modificato: basta carenza di Vitamina D?

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Il pomodoro sarebbe stato geneticamente modificato (o biofortificato, in termini più tecnici) in modo che nelle foglie e nei frutti fosse accumulata la provitamina D3, precursore assumibile della vitamina D. Sarebbe una vera svolta, se si pensa che è particolarmente difficile far si che questa vitamina venga assimilata. La vitamina D è essenziale per la salute delle ossa, ma non solo. Aiuta il sistema immunitario a difendersi contro contro infezioni, tumori, Parkinson e demenze.

Questo pomodoro, che è stato “presentato” sulla rivista specializzata nature Plants, è stato ideato in laboratorio da un gruppo di studiosi dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Consiglio nazionale delle ricerche di Lecce (Cnr-Ispa) con il John Innes Centre di Norwich, nel Regno Unito, con la collaborazione del Centro di ricerca genomica e bioinformatica del Crea.

Aurelia Scarano del Cnr-Ispa ha spiegato: “Questa nuova linea di pomodoro è stata ottenuta grazie alle emergenti tecnologie di editing del genoma, in particolare il sistema Crispr/Cas9, che ci ha consentito di introdurre in maniera estremamente specifica una piccola modifica nel gene del pomodoro che codifica per l’enzima 7-deidrocolesterolo reduttasi, coinvolto nella conversione della provitamina D3 a colesterolo”. Bloccando questo processo la pro-vitamina D3 come detto si accumula nei frutti e nelle foglie. “Dai calcoli effettuati risulta che il consumo di un paio di pomodori freschi al giorno di questa nuova linea potrebbe soddisfare in buona parte la dose giornaliera raccomandata di vitamina D”, ha concluso Scarano. Intanto la ricerca va oltre e ha già dimostrato che trattando i pomodori con la luce ultravioletta la pro vitamina D3 si può convertire in vitamina D. Presto potrebbero quindi esserci pomodori in grado di fornire la vitamina attiva.
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