Molte persone si chiedono perchè i pacchi di biscotti e pasta sono più piccoli. Ecco la risposta a questo diffuso quesito.
A molti sarà capitato di notare che i pacchi di biscotti e pasta siano più piccoli rispetto a prima. A tal proposito, in molti non sanno se si tratti di una vera e propria truffa o semplicemente di una trovata di marketing.
Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere al riguardo e soprattutto perché la pratica dapprima descritta viene messa in atto dalle aziende alimentari,
Truffa o trovata di marketing: ecco tutta la verità
Già nel 2017, gli economisti dell’Office for National Statistics avevano lanciato l’allarme relativo ad una strategia a dir poco ingannevole, messa in atto dalle aziende. Il riferimento è alla pratica mediante cui le aziende camuffano il contenuto dei prodotti mantenendo invariato il prezzo. Questa pratica estremamente diffusa è conosciuta con il termine shrinkflation. Si tratta, in particolare, di una sorta di sgrammatura che consiste nel mantenere sostanzialmente invariato il prezzo della confezione ma riducendo il contenuto.
Tra i prodotti più colpiti dal fenomeno ci sono sicuramente la pasta e i biscotti ma anche le patatine in busta: in poche parole i beni di consumo che si trovano in tutti i supermercati. Pur avendo un’origine anglosassone, il fenomeno è stato registrato anche in Italia tanto da condurre le associazioni dei consumatori a denunciarlo all’Autorità garante della concorrenza e del mercato di intervenire al riguardo. Oltre a determinare una maggiore spesa da parte delle famiglie italiane peraltro shrinkflation contribuisce anche ad aumentare l’inquinamento ambientale. Riducendo il contenuto di ogni singola confezione, difatti, non fa altro che aumentare la quantità di imballaggio necessario con tutte le conseguenze del caso sul nostro pianeta.
Alla luce di quanto appena detto, è auspicabile un intervento efficace volto a contrastare quella che talvolta risulta essere una vera e propria truffa ai danni dei consumatori. Il problema infatti risiede nel fatto che questi non sono informati della riduzione del contenuto e dunque acquistano i prodotti in questione ignari della pratica fino ad ora descritta. Non si tratta dunque di una mera operazione di marketing, quanto piuttosto di una pratica volta a truffare il consumatore finale