I media, e non solo, lanciano un nuovo allarme zecche aumentate in modo cospicuo a causa della siccità. Ecco cosa sta succedendo in Italia in queste ultime settimane.
Nel corso degli anni, soprattutto durante la stagione estiva, viene realizzata una massiccia campagna di informazione al fine di aggiornare le persone sulla pericolosità di un morso di zecca e il modo in cui bisogna intervenire in modo tempestivo, prima di imbattersi in complicazioni varie.
Recentemente, inoltre, la siccità che ha caratterizzato gran parte della nazione ha fatto in modo che l’allarme relativo alla diffusione di zecche sul territorio, dunque, ha fatto sì che le problematiche diventassero molto più difficili da fronteggiare come nel caso di numerosi pazienti ricoverati nei plessi ospedalieri a seguito di un loro morso.
Allarme zecche: ecco perché stare attenti
Con l’arrivo della bella stagione, il caldo era anche la siccità che scatenato dato che queste si sono diffuse notevolmente soprattutto nelle zone nelle campagne della montagna dove i terreni sono colpiti dal caldo scarsità di acqua.
È bene tenere che solo in Europa esistono circa 900 specie di zecche dalle quali è importante imparare a difendersi, considerando ke riferimento comunque infestante lo sviluppo avviene in quattro: uovo, larva, ninfa e adulto.
La fonte principale del nutrimento delle zecche e appunto il sangue umano, motivo per cui rimangono generalmente attaccate all’ospite per un periodo che varia dai 2 ai 7 giorni a seguito del fare solitamente si lasciano cadere spontaneamente. Nonostante tutto, voi queste sono annoverate come la causa principale delle seguenti patologie:
– l’encefalite da zecca o Tbe della quale è responsabile la zecca dei boschi
– la malattia di Lyme che viene trasmessa dalla zecca dei boschi
– la rickettsiosi il cui contagio avviene dalla zecca del cane
– la febbre ricorrente da zecche
– la tularemia
– la meningoencefalite da zecche
– l’ehrlichiosi.
Perché bisogna stare attenti ai sentieri di montagna?
Nel corso delle ultime settimane, dunque, l’allarme relativo alla presenza delle zecche si è diffuso notevolmente a macchia d’olio in tutta Italia, in relazione anche ad alcuni fatti che si sono verificati in Tentino Alto Adige.
A catturare l’attenzione dei media è stato il post di Roberto Reali Nordera condiviso in seguito anche dal gruppo Alpino Scaligero, dai Rifugi del Carega, così come reso noto da Ildolomiti.it, e che ha raccontato il seguente aneddoto: “Sembravi un chirurgo, mi hanno detto i colleghi dopo che ho tolto più di una decina di zecche dalle gambe di una giovane escursionista”.
Quanto detto fa riferimento alla presenza di zecche nel sentiero della Lessinia, a nord, verso il confine con il Trentino, motivo per cui Roberto Reali Nordera completa così il suo post spiegando come i sentieri intesati siano quelli “della località Madonnina, in Val di Revolto sale verso il Campostrin”.