I gatti sono degli animali assolutamente fantastici, degli spiriti liberi e dall’intelligenza molto più acuta di quanto in realtà possiamo immaginare.
Nei secoli il gatto ha avuto un ruolo molto importante nella vita dell’uomo anche se, sotto questo punto di vista, il miglior amico per empatia, contatto e similitudini nelle emozioni troviamo in cima alla lista in qualità di migliore amico dell’uomo il cane. Quanto detto altro non è che una leggenda fortificata dal fatto che il gatto tende ad essere un animale libero da padrone, ma non dai sentimenti.
Infatti, recentemente è stato condotto un nuovo studio scientifico in grado di mettere nero su bianco l’eccellente intelligenza dei gatti i quali si identificano nel modo in cui il padrone (o amico umano) decide di chiamarlo.
È ufficiale: i gatti sono super intelligenti
Sono diversi miti nati attorno al gatto soprattutto in relazione alla sua vita da animale domestico e quindi in casa con colui che dovrebbe essere etichettato come il suo padrone. Il suo essere un animale dallo spirito libero ha fatto sì che nascessero diversi luoghi comuni in relazione al suo status di amico dell’uomo ed animale domestico. Quanto detto spesso avviene perché certi del fatto che questo non identifichi nessuna persona come possibile amico e né tantomeno in qualità di padrone, la conferma di quanto detto e arriva dalla convinzione che il gatto chiamato con il nome scelto da noi spesso non si gira come se in realtà ci stesse ignorando.
Uno studio condotto dalla Azabu University di Sagamihara, pubblicato dallo Scientific Reports, è stato in grado di spiegare il modo in cui i gatti riescono in realtà percepire in modo cristallino il proprio nome e di associare a sua volta il nome alla persona che li chiama e quindi fare una differenza tra chi vive con lui.
Perché il gatto non ubbidisce come il cane?
Attestato e scientificamente provato che il gatto è in grado di imparare molto facilmente il proprio nome, facendo anche una classificazione delle persone attorno a lui riuscendo ad associare volto, voce e nome, ma resta un altro nodo da sciogliere ovvero quello relativo al fatto con questo risulti davvero impossibile costruire lo stesso tipo di legame che empaticamente nasce con il cane.
La risposta di quanto detto si annida in un luogo comune che è paradossalmente rappresenta la verità sul rapporto tra persone e gatti, quest’ultimi infatti non riescono a guardare l’uomo/donna in qualità di padrone bensì di coinquilini motivo per cui non esiste un rapporto di sottomissione e obbedienza beh sì alla pari. Quanto detto, dunque, e alla base di ogni cosa nel momento in cui si intende prendere in casa un gatto: ogni qualvolta in cui questo darà l’impressione di ignorare la persona/coinquilina, in realtà, sta facendo prevalere la propria personalità e assenza di sottomissione nei confronti dell’umano di riferimento stabilendo quindi un approccio alla pari.