Gran parte dei guadagni dei lavoratori italiano sono destinati a pagare le tasse e i contributi. Ecco da quando si inizia a guadagnare
Le tasse e le scadenze fiscali sono un vero incubo per gli italiani. Soprattutto negli ultimi anni, dove pandemia, guerre e conseguenti rincari hanno messo a dura prova le tasche degli italiani è emerso quanto impatto abbiano le tasse sulla situazione economica delle famiglie. Molto dei guadagni che vengono ricavati dal lavoro devono infatti essere destinati al pagamenti di tutti gli obblighi fiscali.
Ma quanto si deve lavorare prima che i frutti del lavoro entrino davvero nelle tasche dei cittadini? Ormai da anni, in un esercizio puramente teorico ma significativo, viene calcolato quanto tempo il lavoratore deve lavorare prima di potere incassare e tenere per sé tutto ciò che guadagna.
L’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha suddiviso la stima del Pil annuo nazionale per 365 giorni all’anno. Una volta ottenuto questo dato sono stati considerate le previsione di gettito dei contributi, delle imposte e delle tasse che verosimilmente i percettori di reddito dovranno versare. Questi poi sono stati messi in relazione con il Pil giornaliero italiano. Il risultato di questa operazione ha permesso di calcolare il “Tax Freedom Day”, il giorno dopo il quale si finisce di adempiere agli obblighi fiscali e tutto ciò che viene incassato finisce nelle tasche del lavoratore.
Secondo questa analisi Lunedì 6 Giugno è la data in cui quest’anno cade il giorno di liberazione fiscale, quello nel quale cioè gli italiani smetteranno di lavorare per pagare tasse e contributi ma inizieranno a farlo solo per loro stessi. Servono quindi cinque mesi, 157 giorni lavorativi sabati e domeniche comprese per adempiere a tutti gli obblighi fiscali. Un dato che sicuramente offre un importante indizio sul peso che tasse e i contributi hanno sulle tasche degli italiani.
Il risultato di quest’anno è positivo, seppur lievemente, rispetto allo scorso anno, dove il giorno era ricaduto un giorno dopo. Lo scorso anno l’Italia si era classificata tra i paesi europei con maggiore pressione fiscale con il 43, 5 %. Nel 2022 dovrebbe riscontrarsi un lieve miglioramento grazie alle misure di alleggerimento predisposte dal governo. Quest’anno si dovrebbe registrare un calo dello 0,4 % grazie alla riduzione di imposte e contributi decisa dal governo Draghi. Il dato è comunque ben lontano da quello raggiunto nel 2005, record in positivo, quando la pressione fiscale era al 39% e per raggiungere il Tax Freedon Day bastò raggiungere il 23 maggio.
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