Il campo della prevenzione del tumore è un qualcosa che deve essere messa in atto anche in tavola, motivo per cui inserire un determinato tipo di alimento diventa quasi essenziale per ognuno di noi.
Nel corso degli anni, dunque, numerose ricerche scientifiche hanno permesso di stilare un’ampia lista di prodotti ritenuti perfetti nel campo della prevenzione tumorale. Cibi che, se inseriti nel modo corretto nella nostra alimentazione, sono in grado di permettere al corpo di imparare a difendersi da varie malattie e creare quasi una vera e propria barriera.
La conferma di quanto detto, non a caso, arriva da un nuovo studio scientifico che recentemente è stato messo in atto da un nuovo team di scienziati che ha individuato un determinato di alimento in grado di prevenire forme comuni di tumori. Ecco di cosa si tratta.
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel corso degli anni sono state individuati diversi alimenti che possono essere impiegati per favorire la lotta contro il cancro, ma solo se inseriti nel modo corretto nella nostra dieta fin da subito.
Recentemente, inoltre, è stata messa in atto una nuova scoperta scientifica che ha permesso di individuare un notevole aiuto derivante a un tipo di alimento in grado di prevenire il cancro al colon-retto. A curare lo studio scientifico in questione è stata una ricerca condotta dall’Istituto Mario Negri di Milano e dall’Università di Milano ha perso di scoprire come consumare pesce in scatola riduce del 34% il rischio di contrarre il tumore sopracitato.
Recentemente, quindi, il nuovo studio scientifico condotto dall’Istituto Mario Negri di Milano e dell’Università di Milano ha permesso di individuare nel pesce in scatola un alimento che, se ingerito 2 volte la settimana, mette il corpo nelle condizioni di prevenire il cancro al colon-retto.
A commentare il tutto è stata la dottoressa Carlotta Franchi, responsabile del Laboratorio di Farmacoepidemiologia e Nutrizione Umana- Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e coordinatrice scientifica dell’Italian Institute For Planetary health (IIPH).
La dottoressa Franchi, così riportato da Il Fatto Quotidiano ha rilasciato la seguente dichiarazione: “I risultati della nostra ricerca mostrano un’associazione inversa tra il consumo di pesce in scatola e il rischio di insorgenza di tumore al colon-retto, tenendo conto dei principali fattori di rischio noti per questo tumore, legati sia all’alimentazione che allo stile di vita”.
Carlotta Franchi, successivamente, ha poi concluso così il suo intervento: “In particolare, assumere almeno due porzioni a settimana di pesce in scatola sott’olio, pari a circa 160 grammi, arrivava a ridurre il rischio del 34%. I dati che abbiamo analizzato sono stati raccolti all’interno di due studi condotti tra gli anni ‘90 e il 2010 tramite un questionario che analizzava le frequenze di consumo settimanale di più di 60 alimenti. Tra questi, oltre al pesce fresco, abbiamo raccolto l’informazione specifica sul consumo di pesce in scatola sott’olio (tonno, sgombro, sardine)”.
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