Curiosità

Come non pagare tasse aggiuntive sul tuo conto in banca

Bisogna sempre controllare l’estratto conto del proprio conto in banca se non vogliamo imbatterci nel pagamento di tasse non dovute e che possono essere sostanzialmente evitate, ecco di cosa si tratta e cosa fare.

Molto spesso durante la stipulazione di un contratto bancario per l’avvio di un conto corrente finalizzata al risparmio e canalizzazione di eventuali spese, si commette l’errore di non osservare attentamente le clausole predisposte e che fanno riferimento al pagamento di tasse che potrebbe essere tranquillamente evitate.

Sulla base in Italia e motivazione, dunque, è importante prestare molta attenzione al criterio con il quale viene calcolato l’importo della tassa conosciuta come imposta di bollo e che viene imposta a determinati tipi di conto corrente.

Conto corrente: come evitare le tasse aggiuntive

Nel momento in cui parliamo di tasse aggiuntive per un conto corrente bancario postale è bene ricordare che facciamo riferimento all’imposta di bollo che viene calcolata per tutti i saldi superiori a 5.000 euro.

Facciamo, dunque, riferimento ad un’imposta che viene pagata annualmente e che è dovuta per ogni conto corrente la cui somma si aggira intorno ai 34,20 euro e che erroneamente viene richiesto anche ai clienti bancari per il quale non dovrebbe essere previsto. In realtà, come abbiamo spiegato precedentemente tale importo non dovrebbe essere pagato dalle persone fisiche che hanno un valore di giacenza minore alla somma precedentemente citata.

Attenzione alla tassa imposta sui conti corrente

La modifica contrattuale per i conti corrente postale in bancari e stata imposta con l’articolo 19 del Decreto Legge 06/122011 n. 201, il quale modificato in modo in cui la tassazione di 34,20 euro deve essere ha portata solo ed esclusivamente a coloro che hanno un saldo contabile che superi i 5000 euro.

Inoltre, è bene ricordare che il saldo contabile del nostro conto corrente deve essere controllato periodicamente soprattutto nei casi in cui si ha un’oscillazione del denaro che da una somma irrisoria sfiori per solo pochi giorni la somma dei 5000 euro. Tutto questo perché qualora si presentasse un’eventualità del genere la tassa di 34,20 euro annuale non può essere assolutamente imposta per un’oscillazione di denaro momentanea bensì deve essere comunque accreditata in riferimento alle giacenze medie stabilmente superiore alla somma minima appena citata.

Francesca Guglielmino

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