La variante Omicron del Covid-19 continua a essere una minaccia per l’uomo, motivo per cui il vaccino rappresenta l’unica arma di difesa per prevenire il contagio e i sintomi gravi della malattia.
Sono stati due anni davvero molto difficili per gli italiani che, ancora oggi, si trovano a combattere contro il Covid-19 e le sue varianti. La conferma di quanto detto, non a caso, arriva anche dall’aumento dei contagi che sono stati registrati in queste ultime settimane in Italia e non solo.
A destare moltissima preoccupazione troviamo la variante Omicron, arrivata in modo a aggressivo sul corpo e in grado anche di eludere i vaccini. Ma cosa dobbiamo sapere in merito?
La campagna vaccinale ha rallentato dal momento in cui è stato abolito il Green Pass, avviando così una nuova fase di convivenza con il virus nel tentativo di tornare il prima possibile alla vita normale per milioni di italiani.
La nuova sottovariante di Omicron, così come spiegato precedentemente, si è subito presentata ancor più aggressiva di quanto preventivato, motivo per cui la barriera creata con gli anticorpi da vaccini non sarebbe più sufficiente. Sulla base di quanto detto, dunque, sono numerosi gli scienziati che sostengono la tesi secondo la quale sarebbe indicato realizzare in vaccino che blocchi solo la variante Omicron e le sue sottovarianti.
La dottoressa Khalid Kussuni, medico nel Friuli-Venezia Giulia, ha rilasciato la seguente dichiarazione alla stampa: “La stragrande maggioranza dei miei pazienti ha fatto almeno la seconda o la terza e quindi non sviluppa sintomi importanti. Ho avuto solo due malati intubati nelle ultime settimane. Uno, che poi è deceduto, non aveva ricevuto nemmeno una somministrazione, l’altro aveva fatto soltanto una dose”.
A commentare il modo in cui si sta diffondendo (troppo) rapidamente Omicron 5, tra i cui contagiati figurano anche coloro che hanno già effettuato il ciclo vaccinare tra secondo e terze dosi, è stato il professore Pisano così come riportato da La Repubblica.
Il professore, dunque, al quotidiano in questione ha lasciato la seguente dichiarazione: “La stragrande maggioranza dei miei pazienti ha fatto almeno la seconda o la terza e quindi non sviluppa sintomi importanti. Ho avuto solo due malati intubati nelle ultime settimane. Uno, che poi è deceduto, non aveva ricevuto nemmeno una somministrazione, l’altro aveva fatto soltanto una dose”. Infine: “Non c’è quella che chiamiamo ‘cross protection’ assoluta tra sottovarianti. Ovvio però che chi ha preso Alfa o Delta adesso rischia di più di infettarsi di nuovo”.
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