Mani cotte dall’acqua? Ecco perché accade e quando preoccuparsi e porvi rimedio quanto più presto possibile.
Da bambini quante volte abbiamo dovuto fare i conti con i nostri genitori che ci urlavano di uscire dall’acqua perchè troppo tempo a fare il bagno, piscino o mare che fosse? Tante, almeno io. “Guarda queste dita, come le hai ridotte”, era la frase tipica della mamma quando salivamo inzuppati come delle spugne, ma sicuramente felici.
Ma perchè le dita in acqua diventavano così raggrinzite? Più passava il tempo e più i nostri polpastrelli assumevano una conformazione rugosa e sicuramente poco piacevole alla vista e fastidiosa al tatto, ma per quale motivo accadeva questo? In passato si faceva riferimento all’osmosi, una risposta passiva degli strati superficiali della pelle, che si gonfiavano mentre l’acqua si infiltrava al loro interno, ma poi le cose si sono evolute.
Mani cotte dall’acqua? Ecco perché accade e quando preoccuparsi
Nel tempo, infatti, studi approfonditi hanno portato ad altre conclusioni e dopo aver scoperto che il raggrinzimento delle dita indotto dall’acqua è in realtà controllato dal sistema nervoso, si è immaginato questo raggrinzimento delle dita come un “vantaggio“. Ma che si intende per vantaggio?
Il professor Nick Davis, neuroscienziato e psicologo della Manchester Metropolitan University, grazie al supporto di 500 volontari che hanno visitato il Science Museum di Londra nel 2020, ha scoperto con il suo team che i volontari con le mani asciutte avevano meno forza della presa rispetto a quelli che avevano le mani bagnate. Un altro dato però fu quello che, tenendo in acqua le mani e portando le dita a raggrinzirsi, si è dimostrato che la forza diminuiva rispetto al gruppo che aveva le mani semplicemente bagnate e non raggrinzite.
“I risultati sono stati sorprendentemente chiari. Le rughe hanno aumentato la quantità di attrito tra le dita e l’oggetto, ma ciò che è particolarmente interessante è che le nostre dita sono sensibili a questo cambiamento nell’attrito superficiale e utilizziamo queste informazioni per applicare meno forza per afferrare un oggetto in modo sicuro” – ha dichiarato Davis.
Lo studio ha portato alla teoria che gli esseri umani possano aver sviluppato questa capacità ad un certo punto del nostro passato, per afferrare oggetti e superfici bagnate. “Dato che sembra dare una presa migliore sott’acqua, suppongo che abbia a che fare con il movimento in condizioni molto bagnate o potenzialmente con la manipolazione di oggetti sott’acqua” ha spiegato Tom Smulders, neuroscienziato evoluzionista dell’Università di Newcastle, nel Regno Unito.
Lo studio di Smulders aveva ipotizzato che nel tempo i nostri antenati abbiano potuto sviluppare la capacità di camminare su rocce bagnate o di afferrare rami e potenzialità nella cattura o nella ricerca di cibo in acqua. Ma c’è differenza tra acqua dolce e salata? SI. In acqua salata sono più pronunciate. Ciò in relazione con probabilità al gradiente di sale più basso nell’acqua salata, e quindi lo squilibrio salino che innesca le fibre nervose è meno potente.