Non tutti sanno che i titolari del Reddito di Cittadinanza possono ancora richiedere gli arretrati. Ecco cosa è utile sapere.
L‘assegno unico e universale è stato introdotto dal Governo Draghi per dare un sostegno economico concreto alle famiglie che non vivono in condizioni economiche agiate. Tale assegno è andato a sostituire nei fatti tutte le misure previste in favore delle famiglie operando una sorta di semplificazione.
Ciò detto, non tutti i percettori del Reddito di Cittadinanza sanno che si possono ancora richiedere gli arretrati. Si tratta di informazioni molto importanti che consentono di perdere anche molti soldi.
Stando a quanto stabilito dalla normativa in vigore in merito all’assegno unico per coloro che presentano la richiesta dell’assegno unico entro il 30 giugno hanno diritto al percepimento degli arretrati a partire da marzo, data in cui è entrata in vigore la misura.
Di conseguenza, coloro che presentano la misura dopo la predetta scadenza avranno diritto al percepimento dell’assegno a partire da luglio senza arretrati. In realtà, per i percettori del Reddito di Cittadinanza quest’ultimi spettano al di là della data in cui è stata presentata la richiesta. L’Inps infatti ha spiegato che anche nel caso in cui la domanda sarà presentata anche successivamente al 30 giugno il ritardo non comporta la perdita automatica degli arretrati. Di conseguenza, nel momento in cui il titolare del reddito di cittadinanza presenta la domanda per l’assegno unico, l’Istituto Previdenziale provvederà ad erogare le somme spettanti a partire dal 1 marzo.
Ad ogni modo, l’assegno in questione viene erogato a tutte le famiglie con a carico figli minorenni fino al compimento dei 21 anni di età. Tale limite peraltro non è previsto nel caso in cui nel nucleo familiare sia presente uno o più figli disabili. Sempre a tal proposito, la normativa relativa all’assegno unico prevede delle maggiorazioni che variano in base all’entità della disabilità. Tra i requisiti per avere accesso alla misura c’è la presentazione dell’Isee anche se, va detto, non è indispensabile. In caso di mancata presentazione, però, l’assegno sarà corrisposto nella sua misura minima prevista, ossia 50 euro.
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