Tra poco potremmo dire addio anche la birra, ecco cosa sta succedendo alle nostre tanto amate bollicine.
Le bevande gassate, quelle che ci piacciono di più sono a rischio. Ma per quale motivo potremmo arrivare a perdere le nostre tanto amate bollicine? Sappiamo perfettamente che le bevande gassate non sono di certo quelle più salutari, ma sappiamo anche che non tutte le cose gustose fanno poi sempre così bene al nostro organismo.
Bene, adesso le bevande con “tutte quelle bollicine” potrebbero sparire. Ma che problemi stanno avvenendo? Pare che il problema stia nell’anidride carbonica. Ma cerchiamo di scoprire insieme quello di cui stiamo parlando e se la questione può avere un epilogo positivo oppure dobbiamo davvero aspettarci l’estinzione delle bevande gassate.
Tra poco potremmo dire addio anche la birra
Potremmo dire addio alle bollicine e perdere quindi la possibilità di guastare birre fredde e bevande dolci e gassate. Ma per quale motivo? Pare che l’anidride carbonica stia scarseggiando e che quindi per aggiungere bollicine alle bevande, si deve fare davvero riti propiziatori. A tal proposito, ad esempio, l’acqua Sant’Anna avrebbe bloccato la produzione dell’acqua minerale per qualche giorno, proprio perchè vi sono difficoltà a reperire le bollicine. La notizia della chiusura dello stabilimento, sarebbe stata divulgata dalla stessa azienda nella giornata di ieri, visto che alla fine del 2021 si era già proposto il problema.
Le aziende che forniscono la CO2 preferiscono garantire il rifornimento agli ospedali e ad altri settori del comparto alimentari mettendo così in crisi le società che vendono acqua frizzante. L’Italia è un paese con un numero elevato di sorgenti e con una rete distributiva in cui circola nella maggior parte dei casi acqua di buona qualità. L’anidride carbonica è impiegata nell’ambito alimentare per limitare la crescita di batteri e muffe e come refrigerante nelle linee di surgelazione.
Anche in tal senso il danno è enorme. Inoltre, viene usata per estrarre la caffeina dal caffè e come gas nelle confezioni di alcuni alimenti confezionati in atmosfera modificata come nel caso di ravioli e tortellini freschi. “La scarsa disponibilità di anidride carbonica – spiega Assobibe (Associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche) – è un ulteriore effetto dell’aumento dei costi di energia, plastica, alluminio, cartone e vetro”. Allo stato attuale parte di CO2 impiegata per usi alimentari in Europa proviene da impianti di fertilizzanti, che la ottengono come sottoprodotto della lavorazione dell’ammoniaca o bioetanolo.