Non ricordiamo nulla dei nostri primi anni: ecco perché abbiamo difficoltà a ricordare la nostra infanzia.
Non ricordiamo nulla dei nostri primi anni, ecco perché tante volte ci sforziamo di ritornare in quei ricordi della nostra infanzia senza risultato. Ma perché non ricordiamo di essere nati? Alcuni studi hanno dimostrato che i bambini di pochi mesi sono in grado di memorizzare i volti di familiari o comunque semplici gesti, ma perché da grandi non ricordano della prima infanzia? La maggior parte di noi non ricorda nulla dei primi 3 anni di vita, ma scopriamo insieme quelle che sono le ipotesi degli scienziati in merito a questa forma di amnesia.
Sono poche le persone che ricordano sporadici episodi nei primi 2/3 anni di vita, la memoria infatti inizia a svanire già per quelli avvenuti dai sette anni in giù. Capita spesso di ricordare qualche piccolo avvenimento in maniera del tutto ovattata. Ricordare qualche immagine, qualche riferimento, ma non identificare né il periodo, né il momento in maniera nitida. Perché ciò accade è poco chiaro, ma il fenomeno è già stato osservato nel passato ed è stato osservato da Sigmund Freud che la definito amnesia infantile.
Non ricordiamo nulla dei nostri primi anni: ecco perché
Qualche anno fa ad Atlanta fu fatto uno studio pubblicato su Memory che ha chiarito che l’amnesia infantile, ovvero la cancellazione di quello che è definito archivio mentale in riferimento all’infanzia è un processo che avviene in maniera del tutto graduale. Infatti i bambini di circa sette anni o poco meno, ricordano il 70% degli episodi, ma già a nove anni la percentuale ricordi si abbassa notevolmente, difatti si parla del 35%. Secondo gli studiosi questo accade perché i bambini piccoli non sanno ancora utilizzare il calendario e non si rendono conto dell’alternarsi delle stagioni e degli anni.
Il motivo per cui ciò accade è la collocazione degli episodi in un contesto temporale preciso che ne andrebbe a facilitare la memorizzazione. Un altro motivo è che alcune strutture connessioni nervose non sono ancora ben formate. L’ippocampo ovvero l’area celebrale importantissima per la memoria lungo termine non matura fino a sette anni di età e quindi secondo questa teoria andrebbe ad impedire la formazione di ricordi e quindi la capacità poi di richiamare alla mente nel tempo.
Si va a porre attenzione anche per quanto riguarda lo sviluppo del linguaggio che ovviamente va a svilupparsi intorno a sei anni. La parola permette di riflettere su ciò che accade quindi, in tenera età, non potendo usufruire linguaggio, si andrebbe a fissare in modo marginale il ricordo. Una ricerca americana invece ha dimostrato che i bambini di due anni con abilità linguistiche migliori sono più capaci di ricordare i episodi della loro primissima infanzia una volta che hanno raggiunto i sette anni.