Vaccinati ma malati gravemente: la spiegazione scientifica

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Vaccinati ma malati gravemente: la spiegazione scientifica che spiega come questo accada anche dopo le tre dosi.

Il periodo del COVID-19 ha portato a una serie di contrapposizioni in termini di credere o non credere all’efficacia dei vaccini. Forse l’immissione sul mercato di varie tipologie di vaccini e poi il ritiro di alcuni di essi ha fatto scaturire nella popolazione un notevole scetticismo. Fortunatamente sono stati in tanti a sottoporsi al vaccino e quindi a riuscire ad arginare la potenza del virus, ma tanti altri risultano ancora non essere vaccinati. Ovviamente questa discussione non va a puntare il dito contro i No vax o i pro vax, ma si va a valutare un dato che ancora oggi resta disarmante.

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Vaccinati ma malati gravemente: la spiegazione scientifica

Anche i soggetti vaccinati risultano gravemente ammalati nonostante siano stati sottoposti alla regolare ciclo vaccinale, ovvero le tre dosi regolari di vaccino. È stato scoperto infatti che alcune persone, chiaramente non tutte, finiscono comunque per ammalarsi sviluppando il COVID-19 in una grave versione ovvero una grave polmonite che li porta essere ricoverati addirittura in terapia intensiva. Ma perché accade questo? C’è una spiegazione scientifica chiaramente a questa evoluzione, o possiamo dire involuzione, del virus riguardo ad alcuni anticorpi che possiamo definire impazziti, auto-anticorpi, già presenti prima dell’infezione e quindi anche prima della vaccinazione.ma questi anticorpi che cosa vanno a scaturire?

Vaccinati ma malati gravemente: la spiegazione scientifica

Gli anticorpi autoanticorpi abolire la risposta immunitaria innata contro il virus. A dichiarare questo è stato uno studio pubblicato sulle Science Immunology grazie ad un team di scienziati internazionale che hanno partecipato a Asst spedale civili di Brescia. L’Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, Irccs Ospedale Bambino Gesu di Roma e l’Universita Tor Vergata di Roma.
Ad intervenire sulla questione è stato il genetista Giuseppe Novelli dell’Università Tor vergata di Roma, uno degli autori dello studio in questione. Novelli avrebbe infatti dichiarato che “questa è la prima volta che si spiega perché alcuni vaccinati finiscono in terapia intensiva. Il risultato ottenuto conferma ed estende i nostri precedenti studi che avevano evidenziato la presenza di auto anticorpi in grado di neutralizzare alte concentrazioni di interferone di tipo uno in almeno il 10% delle persone non vaccinate con polmonite critica da COVID-19” .

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Questi anticorpi impazziti sono stati trovati anche in alcuni soggetti vaccinati e la conferma è stata ottenuta grazie allo studio effettuato su 48 pazienti tra i 20 e i 86 anni che avevano ricevuto due dosi di vaccino contro il virus SARS-CoV-2. Nell’arco di tempo di due settimane fino a quattro mesi avevano contratto il virus che era sfociato nella grave polmonite di cui stavamo parlando. “ La presenza di autoanticorpi è quindi alla base di un difetto di risposta dell’immunità intrinseca che ha di fatto superato la normale immunità adattiva indotta dalla vaccinazione“, questo quanto sottolineato da Novelli che ha aggiunto che questi dati uniti a quelli degli studi precedenti avrebbero appunto suggerito la necessità di studiare la presenza di autoanticorpi per individuare i soggetti ad alto rischio di malattia grave da COVID-19.

I ricercatori hanno misurato la presenza quindi di autoanticorpi contro l’interferone i livelli di anticorpi contro il Covid sviluppati grazie al vaccino e la loro capacità quindi di andare a neutralizzare il virus. I risultati hanno indicato che i pazienti, o almeno quasi tutti, hanno sviluppato gli anticorpi contro il coronavirus grazie al vaccino, 10 di loro però nonostante questo hanno ugualmente indebolito le proprie difese e quindi contratto e virus in forma grave.

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