Il vaccino contro il Covid ha una durata: ecco cosa dice la scienza. L’incredibile risultato della ricerca
Il vaccino è stata sicuramente una delle armi più efficaci nella lotta contro il virus. Grazie alle massicce campagne di vaccinazione è stato ostacolato il cammino e la circolazione del virus, e si è abbassato il rischio di contrarre in modo particolarmente aggressivo il virus, aumentando le possibilità di superarlo in forma lieve.
Anche gli anticorpi dati dal vaccino, però, fanno il suo corso e perdono efficacia con l’andare del tempo. Ma quanto tempo durano gli effetti del vaccino? La nostra risposta immunitaria secondo uno studio promosso dalla Sapienza e dal Policlinico Umberto I sarebbe influenzata da fattori demografici, clinici e sociali.
Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista ‘Journal of Personalized Medicine’, in futuro potrebbero essere predisposti programmi vaccinali personalizzabili. Le diverse variabili e le diverse varianti nel virus possono infatti influire sul raggiungimento o meno dell’immunità da parte dell’individuo, necessaria al controllo della pandemia.
La ricerca ha studiato il legame tra la risposta immunitaria ottenuta dopo il vaccino da covid e alcune variabili come età, sesso, condizioni di salute pregresse, se il paziente è o meno un fumatore.
Il campione, composto da 2064 persone, erano state vaccinate con il vaccino Pfizer e sono stati sottoposti a due prelievi di sangue a di stanza di un mese e 5 mesi dalla seconda vaccinazione. Sono stati poi distribuiti dei questionari per raccogliere informazioni sulla situazione personale, ed è stato eseguito un test sierologico per rilevare l’immunità acquisita a seguito della vaccinazione.
I risultati hanno rivelato che ad un mese dalla vaccinazione chi aveva una infezione pregressa da Covid e i soggetti più giovani erano più immunizzati e avevano maggiori anticorpi rispetto agli altri. I fumatori, chi aveva malattie autoimmuni e chi soffriva di patologie polmonari avevano invece una minore risposta al vaccino.
Cinque mesi dopo la ricerca ha provato che la risposta degli anticorpi era in media diminuita del 72%, in tono minore in donne e soggetti risultati positivi in precedenza. Nelle persone più avanti con l’età e nei fumatori invece il calo è stato dell’82%.
Lo studio ha tenuto conto di molti fattori, tra cui il livello di istruzione, il tipo di lavoro, lo stato civile e il carico di coinvolgimento familiare. In generale il benessere sociale garantisce migliori possibilità di risposta immunitaria. Anche lo stile di vita infatti assume un ruolo rilevante nella risposta immunitaria. I soggetti single e conviventi hanno avuto inoltre una migliore risposta anticorpale rispetto agli sposati, divorziati o vedovi.
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