Adriano Panzironi torna ad essere protagonista dell’attenzione dei media, il Tar ha finalmente reso pubblica la sua decisione e che prevede delle gravi conseguenze che lo riguardano.
In questi anni Adriano Panzironi è stato uno dei personaggi più discussi della cronaca in ambito nazionale, oggetto di numerose inchieste come quella redatta da Le Iene ma anche protagonista di un caso letterario, dato che la dieta contenuta nel libro Life 120 è diventata un vero e proprio Best Seller.
Il giornalista già da tempo si è fatto promotore e divulgatore di un’alimentazione e “farmaci” (come integratori) che promettono alla persona di vivere 120 anni ma, ben presto, il successo lascia spazio all’inchiesta, alle indagini e al lavoro svolto dalla magistratura nei tribunali. Un qualcosa che volge finalmente al termine?
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel corso degli ultimi anni la magistratura ha indagato sul giro d’affari messo in atto da Adriano Panzironi con Life 120, facendosi promotore di un regime alimentare costellato dall’assenza di vari carboidrati e pasti iper proteici i quali devono essere affiancati a degli integrattori. Questo regime alimentare non garantisce solo un’ingente perdita di peso ma anche una lunga vita fino a 120 anni.
Al tempo stesso, Panzironi si è fatto promotore di uno stile di vita legato a quello di Life 120 e che avrebbe permesso a numerose persone di allontanare anche varie malattie, con disastrose conseguenze. Il tutto per portare avanti un giro d’affari da milioni di euro sfruttando a loro favore anche una pubblicità pilotata che aveva il compito di convincere gli spettatori a ogni costo.
Ad esprimersi su Adriano Panzironi è stato anche il Tar del Lazio che ha condannato così il giornalista al pagamento di una multa da 265.967,5 euro, accogliendo così quanto denunciato delle Autorità in relazione alla vendita dei prodotti e quella del libro Vivere 120 anni, la verità che nessuno vuole raccontarti.
Ricordiamo, inoltre, che Adriano Panzironi è stato rinviato a giudizio anche per abuso della professione medica e denunciato per diffamazione dalla Società italiana di diabetologia (Sid) e dall’Associazione dei medici diabetologi (Amd) accusati di dare ‘consigli criminali’ ai pazienti affetti da diabete.
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