Omicron 5 sta contribuendo all’aumento dei casi di questi giorni e gli Assessori alla Salute stanno chiedendo che siano cambiate le regole.
Omicron 5 è una sottovariante tra le più contagiose e tra i sintomi che è in grado di generare ci sono in genere stanchezza, mal di gola, dolore muscolare, mal di testa e dolore alle ginocchia. Al momento si tratta sicuramene di una delle varianti covid più diffuse nel nostro Paese.
Gli assessori alla Salute sono intervenuti per chiedere un cambiamento nelle regole anche per quanto concerne l’isolamento e per questo il Ministero sta lavorando per emanare una nuova circolare.
Ad oggi, la norma prevede che in caso di positività la quarantena duri 7 giorni potendo tornare alla normalità una volta effettuato il tampone che deve risultare ovviamente negativo. Dai dati alla mano, l’ondata di Omicron 5 però sta facendo registrare numerosissimi casi di contagi con sintomi molto leggeri che tendono a risolversi nel giro di pochi giorni. Per questa ragione, il Governo sta lavorando per mettere a punto un meccanismo nuovo sulla base anche delle richieste degli assessori alla Salute. I sintomi risultano essere particolarmente lievi e dunque meno gravi rispetto alla variante Delta.
Alla luce di questo, si potrebbe arrivare ad una riduzione della quarantena non a caso secondo alcune voci il Ministero della Salute starebbe valutando se emanare una circolare nuova volta a modifica le attuali regole in vigore. Nello specifico, il nuovo sistema potrebbe prevedere l’interruzione della quarantena qualora il soggetto non presenti sintomi da 48 ore e il tampone sia negativo.
Questo, ad esempio, è ciò che accade nel Regno Unito ma anche in Spagna, mentre in Svezia, Germania o ancora Stati Uniti il periodo di quarantena è fissata a 5 giorni. Durante un incontro con le Regioni tra le altre cose queste hanno avanzato una serie di proposte tra cui quella di attuare l’isolamento anche all’interno dei reparti specialistici rispettando le regole previste per l’isolamento. Alla luce di quanto appena detto, non resta dunque che attendere la decisione finale per quanto concerne il meccanismo messo in atto in caso di contagio.
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