I sintomi da non sottovalutare per capire se tuo figlio è autistico e poter procedere anche con le giuste terapie.
Lo spettro autistico in un bambino on da sempre segni evidenti e bisogna prestare particolare attenzione per comprendere se un bambino ne è affetto oppure no. Oggi sempre più bambini mostrano dei disturbi in tal senso e sempre più genitori si trovano a dover fare i conti con terapie e percorsi tortuosi. Ciò chiaramente dipende anche dalla complessità del caso, ma il percorso va fatto per ogni bambino.
Il riconoscimento precoce del problema può aiutare a limitare le condizioni che si possono sviluppare e permettere a medici e famiglia di agire nel più breve tempo possibile. Ma come riesce un genitore a comprendere se il proprio ambino mostra delle difficoltà? Come riporta il Ministero della Salute nelle sezione dedicata a questo disturbo, l’esperto si basa su due principali manuali di riferimento e può accompagnare la diagnosi con scale di valutazione standard. Il modo migliore è quello di effettuare una risonanza magnetica.
I sintomi da non sottovalutare per capire se tuo figlio è autistico
Il team della Rutgers University, nel New Jersey, ha studiato e realizzato un questionario di due minuti (PDQ-1) in grado di mettere in allerta i genitori attraverso dieci semplici domande per poter riconoscere eventuali campanelli di allarme. Il questionario è un test affidabile con una probabilità dell’88% di identificare correttamente i bambini con autismo aiutando anche gli specialisti ad intervenite precocemente.
Quali sono le domande del test? Per prima cosa comprendere il suo interesse e la sua attenzione. Ecco le dieci domande:
- Mio figlio indica o fa dei gesti per mostrare interesse in qualcosa o per richiedere attenzione?
- Mio figlio ha delle reazioni inusuali o strane ai suoni (ad esempio sembra che non senta o reagisce in modo ipersensibile o esagerato)?
- Mio figlio sorride o ha contatti con gli occhi in modo corretto nei confronti delle altre persone?
- Mio figlio risponde al suo nome quando viene chiamato?
- Mio figlio mostra interesse nei bambini che giocano?
- Mio figlio si diverte a fare giochi da bambino, ad esempio il “gioco del cucù”?
- Mio figlio si relaziona con le altre persone balbettando, gesticolando, parlando e cambiando espressione?
- Mio figlio utilizza 3 o più parole regolarmente e in modo appropriato?
- Mio figlio parla usando delle frasi? Tipo “voglio il succo”?
- Mi figlio ride quando ridono gli altri?
Ecco, questa serie di domande può permettere ai genitori di comprendere al meglio se il proprio figlio reagisce agli stimoli inseriti nelle domande e permette, quindi, un’analisi precoce del problema, andando anche ad agevolare il percorso degli specialisti per cercare di recuperare quanto più possibile e capacità del bambino.