Con il crollo del Governo, molti italiani non sanno cosa aspettarsi. Ecco tutto quello che c’è da sapere riguardo ad aumenti nei salari e i tagli in bollette.
Il Governo dimissionario di Mario Draghi resterà in carica per poter svolgere gli affari più urgenti e provvedimenti di ordinaria amministrazione. L’esecutivo, peraltro, potrà anche procedere a lavorare al nuovo Decreto Aiuti così come voluto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per contrastare l’avvento del caro vita.
A tal proposito, in molti italiani si chiedono quali siano i cambiamenti in merito agli aumenti nei salari o anche i tagli in bolletta. In questo articolo vi forniremo tute le informazioni necessarie al riguardo.
Crollo del Governo: ecc cosa cambierà
Il Decreto Aiuti bis a cui sta lavorando il Governo dimissionario dovrebbe giungere per la fine di luglio e inizio agosto e si propone di intervenire a sostegno delle famiglie. In particolare, si sta cercando di tutelare il loro potere d’acquisto. A tal proposito, quasi sicuramente si agirà con la proroga del taglio in bolletta. Si tratta di una misura volta ad azzerare gli aumenti di luce e gas per i nuclei familiari che versano in condizioni economiche precarie.
Insieme a questo, poi, ci saranno interventi volti ad aumentare i salari o comunque la soglia minima all’ora. In particolare si sta discutendo sulla possibilità di adeguare i contratti ai salari minimi in accordo con le associazioni sindacali. Va detto che questo intervento non sarà contenuto all’interno del Decreto in oggetto tuttavia è possibile anche che possa essere messo in atto fin da subito. Com’è ovvio, ciò potrà avvenire dopo aver discusso con le varie con i rappresentanti delle imprese e di conseguenza con le varie parti sociali.
Non ci sarà invece una proroga del bonus da 200 euro introdotto dall’ex Governo di Mario Draghi rivolto ai percettori del Reddito di Cittadinanza, i pensionati, i disoccupati nonché ai lavoratori autonomi, dipendenti e ai collaboratori domestici. Nonostante fosse stata avanza l’ipotesi di un possibile rinnovo, infatti, alla fine quest’ultimo risulta praticamente impossibile in quanto l’esecutivo non ha a disposizione ingenti risorse per poter procedere in tal senso.