Separazione infedeltà senza convivenze cosa comporta? Si può avere un’altra relazione se non si convive?
Oggi sono sempre più frequenti le separazioni soprattutto per i primi anni di matrimonio. Forse anche a causa del tam tam quotidiano, molte persone oggi, sono sempre meno incline al matrimonio. Fatto sta che in molti risolvono con la separazione di fatto per poi continuare con quella giudiziaria. Ma cos’è la separazione di fatto? Come funziona in merito al discorso del mantenimento del partner? La separazione di fatto è un allontanamento fisico e consensuale di marito e moglie che decidono così di non vivere più insieme senza alcun intervento del giudice ed è facoltativo.
Questa separazione non ha alcun rilievo giuridico perciò non scioglie la comunione e non implica ai fini del decorso dei mesi necessari per procedere al divorzio. Non essendo il matrimonio sciolto con questa separazione, non viene meno il dovere di fedeltà tra coniugi, pertanto anche se si vive separatamente, non si può iniziare una nuova relazione prima che ci sia la sentenza di separazione vera e propria.
L’infedeltà è causa di addebito, cioè comporta una dichiarazione di responsabilità da parte del giudice con unica conseguenza, la perdita del diritto al mantenimento e dei diritti successori. Affinché ciò avvenga bisogna dimostrare che l’infedeltà sia la sola causa della fine del matrimonio. Se pertanto dovesse risultare che il tradimento si è consumato quando già l’unione sentimentale e materiale dei coniugi era venuta meno per altre ragioni, l’infedeltà non determina addebito. Non comporta l’addebito la vendetta rispetto al tradimento precedente.
Sebbene non decada il dovere di fedeltà, se due soggetti si separano di fatto, la causa della separazione non è la nuova relazione iniziata da parte di uno dei due, ma una ragione avvenuta prima dell’inizio della nuova relazione e pertanto non essendo questa la causa della separazione, non si prevede l’addebito. Questo però, non segna in automatico il diritto del coniuge in questione a chiedere l’assegno di mantenimento. La Cassazione ha ormai stabilito che quando si intraprende una nuova relazione basata sulla convivenza, il coniuge in questione perde il diritto al mantenimento.
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