Nuovo allarme per gli italiani, costretti a stare in allerta a seguito di quanto emerso in relazione all’escherichia coli presente nelle acque, con tanto di divieto di balneazione.
Ancora un nuovo allarme per gli italiani, un qualcosa dal quale difendersi in un momento così delicato segnato già dal Covid-19. Nel mirino delle preoccupazioni per la nazione troviamo la presenza di escherichia coli nelle acque della Riviera Romagnola.
Un allarme che ha innescato la necessità di realizzare delle ulteriori indagini nelle acque da parte dell’Arpea, così come annunciato anche dalla redazione di Sky TG 24 in queste ore.
Allarme escherichia coli
Sono state effettate delle indagini e analisi accurate per 14 campioni delle acque della Riviera Romagnola da parte dell’Arpea, il tutto dopo la diffusione dell’allarme in relazione alla presenza di escherichia coli. Facciamo riferimento ad analisi dettagliate che, come si apprende dal quotidiano sopracitato, non sarebbero conformi ai limiti di legge e che “hanno permesso di verificare il rientro nei limiti normativi per 6 acque”.
Le zone che sono risulte poi idonee alla balneazione sono quelle presenti nei territori di Cervia, Bellaria-Igea Marina e Rimini: “Sono ancora in corso i campionamenti aggiuntivi nelle restanti acque di balneazione – rivela l’Arprea – al fine di verificare l’andamento dei fenomeni di inquinamento e il rientro nei limiti di legge dei parametri batteriologici risultati non conformi”.
La risposta del Comune di Rimini
Così come si evince dal quotidiano, a intervenire sulla questione è stata anche l’amministrazione comunale di Rimini, attraverso una nota chiarificatrice sulla situazione della acque e l’allarme escherichia coli: “Sono di pochi minuti fa i risultati dei campioni di acqua di mare per le 7 acque di balneazione del litorale nord di Rimini, commissionati dal nostro Comune al Laboratorio certificato Lav e svolti nella mattinata del 26 luglio”.
Il Comuni di Rimini, dati alla mano ottenuti dalle due metodologie certificate, spiega come i parametri siano tutti “ampiamente sotto i parametri normativi, sia per quanto riguarda la concentrazione di escherichia coli che di enterococchi. E perciò tutte e sette le acque risultano perfettamente idonee alla balneazione”. Infine: “L’esito è dunque completamente opposto a quello di Arpae, per cui i Comuni del Riminese e della Romagna non individuano alcuna motivazione evidente e plausibile. Il Comune di Rimini ha voluto eseguire in questa occasione un campionamento autonomo per verificare con un ‘doppio controllo’ lo stato di salute del proprio mare, vista e considerata l’eccezionale condizione climatica e siccitosa di questa stagione estiva con possibili inediti effetti sull’habitat naturale”.