Ricetta elettronica, cosa non può essere prescritto e come funziona questo nuovo metodo di prescrivere medicine accorciando notevolmente i tempi.
Le lunghe file dal medico curante, le attese e le prenotazioni ce spesso si traducono in ore di file anche solo per poter prendere quella ricetta che tanto ci serve e senza la quale non possiamo procedere con le terapie. Quante volte, anche se non direttamente, abbiamo dovuto sentire cose come: “Ma quanto tempo dobbiamo aspettare solo per ritirare una ricetta?”, oppure, “dal medico non vado, vacci tu”.
Beh, spesso questa insofferenza è dovuta proprio a questo, al fatto che le attese sono sempre state molto lunghe senza tener conto degli orari dei medici, giorni e sostituzioni. Ecco, tutto questo grazie alla tecnologia è stato bypassato. Almeno ci si sta provando anche se non per tutti i farmaci. La ricetta elettronica serve proprio a questo, snellire le procedure sanitarie e agevolare l’utenza.
Ricetta elettronica, come e quando
Quando parliamo di ricetta elettronica, dobbiamo avere ben presente che si tratta della classica ricetta rossa destinata alla prescrizione di farmaci di classe A e bianca per i farmaci non mutuabili e quindi a pagamento (grazie a un decreto del Ministero dell’Economia delle Finanze del dicembre 2020). Inizialmente introdotta per la prescrizione dei soli farmaci di classe A, nella pandemia la ricetta elettronica si è aperta anche ai farmaci nelle sezioni B, C, D ed E (a base di stupefacenti e sostanze psicotrope) e ai medicinali con forte azione analgesica.
Ma come funziona? Previa valutazione del nostro medico curante, si collega al sistema di accoglienza centrale tessera sanitaria inserendo i codice identificativo inserendo i dato del paziente, medicinali da prescrivere e visite da effettuare richieste, se vi sono esenzioni, e le patologie da rattare nonché il codice inerente la priorità. Il sistema, a questo punto, restituisce un codice dentro al quale sono contenuti questi dati che verrà fornito al paziente per promemoria. La caratteristica della ricetta elettronica è quella di essere identificata con un codice nazionale univoco (Nre, numero di ricetta elettronica). Il codice a barre identificativo Nre è un numero costituito da una serie di 15 caratteri, che corrispondono al codice della regione e al lotto di riferimento. Il promemoria può essere utilizzato entro 30 giorni dall’emissione; una volta utilizzato, questo decade. Infine, il farmacista, dopo aver visualizzato la prescrizione digitale grazie al numero di ricetta elettronica e al codice fiscale del paziente, procederà con la consegna del farmaco prescritto.
Ma quanti farmaci possono essere richiesti? E’ possibile richiedere l’erogazione di un massimo di 2 confezioni per farmaco tranne per i pazienti con esenzione per patologia cronica, che possono ottenere fino a 6 confezioni per ricetta; antibiotici in confezioni monodose; medicinali somministrati per fleboclisi e interferoni per chi è affetto da epatite cronica; per i medicinali stupefacenti è consentita l’erogazione di un numero di confezioni sufficienti a coprire una terapia della durata di 30 giorni.
La ricetta elettronica può anche essere usata per i nostri amici animali. Il sistema informativo di tracciabilità dei farmaci veterinari e dei mangimi verificati è molto utile per avere dati precisi anche sull’uso di antibiotici negli allevamenti. Per ritirare il medicinale in farmacia, basta fornire il numero della ricetta o il codice fiscale e il codice identificativo personale creato dal sistema al momento dell’emissione da parte del veterinario. Pertanto, la procedura è la stessa.