Pensioni: governo o no la riforma Fornero resta, in pensione a 67 anni. Lo scenario continua a preoccupare i cittadini
La situazione del sistema pensionistico italiano continua a preoccupare i cittadini e ad infiammare il dibattito pubblico. Ormai da anni i partiti sono al lavoro per trovare una soluzioni che accontenti tutti, consapevole delle difficoltà che ci sono nel riuscire a conciliare le esigenze dei lavoratori con quelle delle casse statali, messe a dura prova dalla crisi economica ulteriormente aggravata dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina.
La soluzione però sembra ancora lontana dall’essere raggiunta. Come fa notare il quotidiano La Repubblica, difficilmente si riuscirà a raggiungere una soluzione in tempi brevi. Un crosso problema, se si pensa che ad inizio 2023 sarà in vigore ancora la legge Fornero. Con la scadenza di quota 102, che richiedeva 64 anni per andare in pensione, si tornerà ai 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia della legge Fornero.
Torna la legge Fornero, e la nuova legge sulle pensione si allontana: la difficile situazione
Neanche le imminenti elezioni riusciranno a cambiare la situazione. Troppo alti i costi di eventuali interventi, che metterebbero a rischio i conti dello stato. Non esiste inoltre il tempo necessario ad una riforma di tale portata prima del nuovo ingresso della legge Fornero. Soprattutto considerando che al momento non esiste una proposta concreta su cui si possa discutere.
I partiti intanto sono già in campagna elettorale, e al centro delle promesse elettorali c’è sicuramente anche la questione pensioni. La Lega pensa ad una nuova soluzione tampone che non risolverebbe però la situazione, Quota 41 che permetterebbe di andare in pensione anticipatamente a chi ha 41 anni di contributi. Il partito di Matteo Salvini pensa anche ad una pensione anticipata alle donne (63 anni), ma si tratta di una opzione difficile dal punto di vista economica.
Berlusconi e Forza Italia promettono un rilancio delle pensioni minime a 1000 euro per 13 mensilità, ma i costi rendono l’operazione altamente improbabile, sottolinea Repubblica. Il movimento Cinquestelle appoggia una pensione anticipata a 63-64 anni con una “penalità” o ricalcolo rispetto alla pensione di vecchiaia. Il PD invece approva un rinnovo di Opzione Donna e l’Ape sociale e pensa ad una pensione di garanzia per i giovani che rischiano una pensione in ritardo e con assegni molto bassi. La situazione, insomma, continua ad essere spinosa, e cresce la preoccupazione dei cittadini che vedono a rischio la loro pensione.