In materia di congedo parentale sono state apportate una serie di novità: ecco cosa è cambiato realmente e dunque quali sono le nuove regole.
Il congedo parentale è una misura che si inserisce nell’ottica di riuscire a consentire ai genitori lavoratori di conciliare l’attività lavorativa con la vita familiare. A tal proposito, può essere utile sapere che sono state introdotte delle modifiche alla normativa che stabiliscono nuove regole.
In questo articolo vi forniamo tutte le informazioni necessarie riguardo al congedo parentale e dunque alle modifiche che sono state apportate mediante dlgs. Si tratta di novità molto importanti che sono state introdotte in favore dei genitori lavoratori.
Le novità a cui ci si riferisce sono entrate in vigore a partire dal 13 agosto scorso e hanno lo scopo di migliorare l’equilibrio tra vita familiare e lavorativa. Tanto per cominciare, va precisato che qualora datore di lavoro si rifiuta di concedere il congedo parentale al proprio dipendente può andare incontro a sanzioni che vanno da un minimo di 516 euro fino ad un massimo di 2.582 euro.
Fatta questa precisazione, le novità in merito riguardano la durata del congedo parentale che è stata estesa di 3 mesi e dunque da 6 mesi si è passati a 9. Qualora il genitore sia solo, il congedo avrà una durata di 11 mesi anziché 10 e, infine, la possibilità di ricorrere alla misura in esame è stata estesa fino ai 12 anni del bambino di contro i 6 anni previsti prima.
Per quanto concerne, invece, la modalità per fare la richiesta, non bisogna fare altro che recarsi sul sito dell’INPS e accedere all’apposita area dedicata non prima di aver fornito le proprie credenziali Spid o la Carta di Identità Elettronica o la Carta Nazionale dei Servizi. In alternativa, è possibile contattare il numero verde Inps 803 164, gratis da rete fissa, o lo 06 164 164, a pagamento da rete mobile. Alla luce di quanto appena detto, si tratta senza ombra di dubbio di una misura estremamente importante che aiuta un gran numero di genitori lavoratori a poter conciliare in maniera più efficace il tempo trascorso a lavoro con quello trascorso ad accudire i propri figli.
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