L’infarto è un evento piuttosto grave che può colpire le donne senza tener conto dell’età. Ecco cosa c’è da sapere al riguardo.
L’infarto è una situazione particolarmente grave che colpisce il tessuto del cuore o del miocardio. Nelle donne questo fenomeno si verifica in presenza di determinati fattori che non tengono conto dell’età.
Ciò detto, di seguito passiamo con lo svelarvi quali sono quelli che possono essere denominati come veri e propri fattori di rischio attraverso l’analisi condotta da un team di ricercatori americani che è giunto ad un risultato davvero interessante e preoccupante al tempo stesso.
I ricercatori dell’Università di Yale hanno condotto una ricerca sulle giovani donne con problemi di cuore. Questa abbinata infatti è stata oggetto dell’interesse degli studiosi. In particolare, allo studio hanno preso parte le donne di età inferiore ai 55 anni e quello che è emerso è un dato che merita di essere approfondito. Queste, infatti, sono risultate essere più a rischio di andare incontro a infarto rispetto agli uomini. Questo rischio, peraltro, risulta essere maggiore in presenza di ipertensione, diabete, depressione e povertà.
Questa analisi scientifica risulta essere particolarmente importante in quanto permette di compiere un ulteriore passo verso un trattamento sempre più specifico per quanto concerne l’infarto miocardico acuto. Yuan Lu, tra gli autori dello studio in esame, ha sottolineato che il fatto che ci troviamo sempre più dinanzi alla medicina di precisione che di conseguenza consente di trattare i pazienti in maniera più accurata, attraverso il riconoscimento di quelli che sono i vari sottotipi di infarto. Va da sè che in questo modo è possibile ottenere una prognosi migliore delle pazienti.
Alla luce di quanto detto, è chiaro che risulta essere di fondamentale importanza anche riuscire a prevenire gli attacchi di cuore nelle giovani donne. Basti pensare che di esse sono circa 40 mila quelle ricoverate in ospedale: questo significa che in questa fascia di età l’infarto risulta essere la principale causa di morte. Non resta dunque che auspicare nuovi e ulteriori studi al riguardo che consentano di giungere ad un trattamento sempre più efficace in grado di salvare quante più vite possibile.
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