Preoccupa sempre di più la condizione economica degli italiani, soprattutto quella dei pensionati che vivono nella nazione dato che 200mila di loro sono a rischio pignoramento a causa di bollette e mutui non pagati. Ecco cosa sta succedendo.
Gli ultimi anni sono stati davvero difficili per gli italiani e ancora per loro si parla di grave crisi economica, dato che l’arrivo della pandemia non h a fatto altro che peggiorare un malessere già esistente per molte famiglie. Durante il primo lockdown, e non solo, il pagamento delle pensioni è stato anticipato trattandosi dell’unico sostegno monetario per molte famiglie dove i cari avevano anche perso il lavoro. Il tutto non finisce qui.
Ricordiamo, inoltre, che molti titolari di pensione hanno provveduto all’acquisto di bene immobili con tanto di mutuo che a seguito di varie difficoltà non sono più riusciti a pagare, finendo così nel mirino del pignoramento. Tutto, però, adesso sta per cambiare.
Ebbene sì, erano 200mila, forse anche di più, gli anziani a rischio pignoramento in Italia e che ancora oggi stanno vivendo attimi di panico nella paura di perdere quanto di più hanno prezioso.
Sulla base di tale motivazione, dunque, è stato firmato il nuovo emendamento voluto dal Movimento 5 Stelle, il quale si fa promotore di un cambiamento radicale che alza l’asticella da 702,42 euro a 1000 euro il reddito minimo per il quale si può procedere al suddetto pignoramento.
Si tratta davvero di un importantissimo cambiamento previsto per gli italiani che, adesso, sapranno fronteggiare meglio le proprie esigenze, vedendo riconosciuta una soglia minima di pignoramento diversa da quella del passato in ottemperanza anche alle nuove esigenze economiche familiari.
A commentare il tutto, come riportato da La Repubblica, è stato anche Giovanni Pastore, fondatore di Favor debitoris: “L’approvazione di questa norma avrà anche un forte beneficio per il futuro perché stanno arrivando nei bilanci delle banche italiane altri 150 miliardi di euro di sofferenze creditizie. Anche queste, per l’incapacità della classe dirigente italiana, saranno svendute al 23% medio del loro valore reale, ma gli speculatori internazionali che acquistano le obbligazioni emesse dai nuovi proprietari del credito, (le Spv, società veicolo delle cartolarizzazioni) pretenderanno di ricevere il 100%. Non essendo possibile ottenerlo, ricorreranno a ulteriori pignoramenti di pensioni, stipendi, Tfr. Vanno studiate norme che frenino questa deriva”.
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