Lampadine a basso consumo, siete sicuri di non farvi ingannare dalle scritte? Quali acquistare per risparmiare in bolletta.
In un complicato momento storico come questo, puntare al risparmio non solo per i beni di prima necessità è fondamentale. Il risparmio energetico è quello che ci induce a prendere prioritari provvedimenti perché le bollette che arrivano nelle case degli italiani sono davvero esose al punto che molti si vedono costretti a dover dilazionare importi improponibili. Ma come si può risparmiare sulla bolletta dell’energia elettrica?
Innanzitutto, per risparmiare sulla corrente elettrica bisogna imparare a dosare l’inserimento degli elettrodomestici nelle prese della corrente, come ad esempio i caricabatterie dei cellulari. Anche quelli consumano e spesso non immaginiamo quanto possano incidere sul costo in bolletta. Importantissima è la scelta delle lampadine da acquistare e quali possono consumare meno e quali invece archiviare. Ma come possiamo risparmiare scegliendo le giuste lampadine?
Lampadine a basso consumo
Per prima cosa controlliamo che siano a basso consumo: alogene, a fluorescenza compatta (CFL), Led. Le vecchie lampadine a incandescenza, sono state bandite dal mercato europeo già da qualche anno dall’Unione Europea per far spazio alle nuove lampadine a basso consumo, basate su varie tecnologie più efficienti del vecchio filamento di tungsteno riscaldato dalla corrente. Queste lampadine hanno permesso di risparmiare importanti cifre e sono sicuramente una buona soluzione per cominciare a ridurre la propria spesa energetica. Quali sono le migliori lampadine a basso consumo? Alogene, fluorescenti compatte e Led. Le principali lampadine a basso consumo sono queste.
Le alogene il cui funzionamento è identico alle lampadine a incandescenza, ma in più nel bulbo viene aggiunto un gas lo iodio che alza ulteriormente la temperatura del filamento di tungsteno, aumentando anche l’efficienza luminosa e la durata della lampadina a fluorescenza compatta (CFL): sono un’evoluzione della lampada a fluorescenza inventata nel 1890 da Nikola Tesla. Chiamate anche lampade al neon, in realtà possono contenere anche un gas nobile diverso dal neon, oltre a una quantità di mercurio e del materiale fluorescente. Al passaggio della corrente il gas nobile emette delle radiazioni, che investono il materiale fluorescente portandolo a produrre la luce led: sono costituite da microscopici chip che utilizzano le proprietà ottiche di materiali come l’arsenurio di gallio per convertire gli elettroni in fotoni, ossia in luce visibile.
Le luci a Led sono caratterizzate invece da attacchi di tipo G, con due piccoli pin (G) o spine (GU) da inserire negli appositi forellini; in questo caso il numero dopo le lettere (G4, GU10) indica la distanza in millimetri tra i connettori. Esistono comunque anche lampade Led con attacco a vite (E), mentre le lampade alogene sono prodotte sia con attacco E che G o anche R7S. Prima di acquistare le lampadine in negozio è bene quindi sincerarsi di quale attacco sia quello giusto per gli apparecchi di illuminazione su cui opereremo la sostituzione.