Per molti professori che operano nell’Istruzione è prevista un’indennità: scopriamo insieme come si beneficia e chi ne ha diritto.
E’ stato firmato un nuovo decreto da parte del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che contempla una nuova misura destinata ai professori che operano nell’ambito dell’istruzione. In molti si chiedono come si può beneficiare e in particolar modo chi ne ha diritto.
Ciò detto, in questo articolo approfondiremo nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere riguardo a questa misura particolarmente importante per tutti coloro che prestano servizio nel settore dell’istruzione.
Patrizio Bianchi ha firmato un provvedimento che intende valorizzare gli insegnanti assicurando loro continuità didattica con particolare riferimento anche ai territori che risultano essere particolarmente disagiati. Nello specifico, verrà prestata attenzione alla sede di lavoro e al numero di anni di lavoro in un dato territorio.
Per quanto concerne i requisiti, il provvedimento è rivolto ai docenti che non risultino in mobilità o comunque incarichi a tempo indeterminato. In particolare, è necessario che il servizio sia stato prestato effettivamente per un periodo di almeno 180 giorni, mentre per quanto concerne le attività didattiche i giorni devono essere almeno centoventi. Ad ogni modo, Mario Rusconi, Presidente dell’Associazione Presidi di Roma, è intervenuto affermando che l’indennità economica introdotta con il decreto ministeriale non mira a valorizzare gli insegnanti quanto piuttosto a garantirne la permanenza all’interno della stessa scuola per anni. In poche parole, secondo Rusconi l’obiettivo è soltanto quello di svolgere un’azione di contenimento dei trasferimenti da una scuola all’altra che si verificano ogni anno.
Va detto che lo stesso Bianchi ha precisato che la volontà è quella di assicurare la presenza degli insegnanti con l’inizio del nuovo anno scolastico. In particolare, il fondo messo a disposizione dal Governo è di 30 milioni all’anno che mirano ad attuare quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Ministro dell’Istruzione ha fatto anche sapere che ora che si trova a dover cedere il posto al suo successore, ha un solo rimpianto: quello di non essere riuscito a intervenire con una riforma della scuola media. Per Bianchi infatti si tratta di un intervento necessario mirato a rendere il triennio maggiormente proiettato verso il mondo del lavoro.
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